La nostra vita è piena di stimoli costanti e frenetici, che producono condizioni che generano situazioni di angoscia e fatica che devono essere risolte con strategie atte a fronteggiare la gestione dello stress in maniera più funzionale.
Situazioni stressanti possono far sorgere patologie come l’insonnia, sbalzi di pressione, cefalee, nervosismo, ansia, paura che possono derivare da contesti e origini diversi per le varie forme di stress ed i disturbi da stress che bisogna saper distinguere e curare.
Prima di leggere l’articolo vi consiglio di guardare questo mio brevissimo video dove vi parlo di Stress:
Cos’è lo stress
Lo stress è una risposta psicofisica a eventi di natura cognitiva, sociale ed emotiva, che se si protrae nel tempo, rischia di determinare patologie fisiche e psicologiche.
La parola stress in inglese vuol dire tensione o pressione e fu usata per la prima volta dal medico austriaco Hans Selye che la definì come una risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta fatta su di esso.
In base agli studi condotti sui topi, definì lo stress come la risposta a un evento stressante (stressor), chiamata anche “reazione di allarme”.
Naturalmente negli esseri umani il fenomeno è più complesso perché la reazione di allarme esiste anche se lo stressor non è presente, ma può diventare dannosa e difficoltosa.
La “sindrome generale di adattamento” che studiò Selye si articolava in tre fasi:
- Fase di allarme, in cui vengono rilasciate adrenalina e noradrenalina con lo scopo dell’autoconservazione (negli animali è l’istante del pericolo e dell’attacco).
- Fase di resistenza, dove c’è una maggiore produzione di cortisolo per fronteggiare lo stressor.
- Fase di esaurimento, quando lo stressor si protrae troppo e ci sono cambiamenti psicofisici con modificazioni patologiche.
Tipi di stress: eustress vs distress
Sappiamo che i meccanismi fisiologici sono uguali a tutti gli individui, a cambiare sono i modi di reagire a una situazione stressante.
Lo stress, dunque, è semplicemente la risposta del corpo ai cambiamenti che creano richieste gravose.
Nella vita quotidiana, usiamo spesso il termine “stress” per descrivere situazioni negative e questo porta molte persone a credere che tutto lo stress faccia male, il che non è vero.
Il Dr. Lazarus (sulla base del lavoro del Dr. Selye) ha suggerito che c’è una differenza tra eustress, (stress positivo), e distress (angoscia), che si riferisce a stress negativo.
L’eustress, o stress positivo, ha le seguenti caratteristiche:
- Motiva, concentra l’energia
- È a breve termine
- È percepito come all’interno delle nostre capacità di far fronte ai cambiamenti riconosciuti eccessivi
- Sembra eccitante
- Migliora le prestazioni
Al contrario, il distress, l’angoscia, o stress negativo, ha le seguenti caratteristiche:
- Provoca ansia o preoccupazione
- Può essere a breve o lungo termine
- È percepito come al di fuori delle nostre capacità di far fronte a situazioni negative
- È spiacevole
- Diminuisce le prestazioni
- Può portare a problemi mentali e fisici
Abbiamo, inoltre, un’altra suddivisione dello stress a seconda la durata dell’episodio stressante, uno stress cronico quando dura a lungo e uno stress acuto quando avviene per un tempo limitato.
Differenza tra stress acuto e cronico
Si parla di Stress acuto quando gli eventi stressanti si presentano in modo acuto e la risposta dell’organismo si gioca e/o si esaurisce nel giro di pochi minuti o di ore (ad esempio nel caso di un lutto).
Lo stress cronico, invece, può a sua volta essere:
- Stress cronico intermittente con durata limitata, ad intervalli regolari e pronosticabili.
- Stress cronico propriamente detto con episodi di lunga durata che diventano pesanti per la vita della persona.
Da questo possiamo capire che è anche molto importante identificare la natura dello stressor. Ci può essere una buona o cattiva interpretazione dello stress perché gli eustress sono benefici e aiutano l’organismo ad essere più vitale, mentre i distress sono nocivi e portano ad abbassare le difese immunitarie.
Quali sono le cause dello stress?
Perché ci stressiamo? Qual è il nostro modo di vivere che favorisce l’insorgere di alcune patologie di stress?
È ormai accertato, dalla medicina psicosomatica, che lo stress induce l’organismo a una maggiore possibilità di ammalarsi.
Sicuramente organizziamo il nostro tempo con un elemento fondamentale di stress psicologico che è la fretta che diventa una costante della nostra giornata e non se ne va nemmeno quando non abbiamo più orari da rispettare.
Non riusciamo a rallentare e produciamo un’attività eccessiva senza nemmeno averne bisogno e, senza rendercene conto, questo ci porta a stress e ansia.
Vi ricordate la fiaba di “Alice nel Paese delle Meraviglie”?
Il personaggio del Bianconiglio rivela stress e ansia ingiustificati correndo di qua e di là dicendo: ”È tardi! È tardi! Povero me! Povero me! Arriverò in ritardo!” e ci fa scoprire il nostro rapporto con lo scorrere del tempo.
Sono varie le cause che producono gli stressor:
- Separazioni e divorzi
- Gravidanze e parti
- Pensieri ossessivi
- Sensazione di essere sempre in ritardo
- Controllare continuamente l’orologio
- Non riuscire a cambiare velocità di marcia
- Perdita di persone care
- Lavoro troppo intenso e ansiogeno
- Situazione finanziaria problematica
- Traumi infantili
Sintomi causati dallo stress
I sintomi causati dallo stress possono essere sia di natura fisica che psicologica.
Sintomi fisici
Le patologie fisiche causate dallo stress sono:
- Disturbi del sonno
- Mal di testa
- Tensioni muscolari
- Problemi dermatologici
- Ipertensione
- Disturbi cardiaci
- Disturbi d’ansia
- Problemi digestivi
- Disturbi sessuali
- Difese immunitarie deboli
- Alopecia
- Asma
Sintomi psicologici
Lo stress psicologico porta a vari disturbi:
- Disturbo acuto da stress
- Disturbo post-traumatico,
- Disturbi psicosomatici
- Disturbo bipolare
- Depressione
- Disturbi d’ansia
- Disturbi dell’alimentazione
Parental Burnout o Stress Genitoriale
Alla nascita di un figlio siamo pronti, come genitori, ad avere un’energia dettata dalla felicità e dall’amore nei confronti del nuovo nato, ma ci accorgeremo ben presto che è anche un cammino ad ostacoli per la coppia.
Ed ecco che madre e padre, attraverso l’impegno e lo stress che comporta il loro nuovo ruolo, possono cominciare a soffrire di stress genitoriale emotivamente e psicologicamente, con crisi d’identità dove si sentono sconfitti nel ruolo che si erano creati sulle loro capacità genitoriali, in un circolo vizioso che parte da un iniziale senso di inadeguatezza fino ad un pesante abbassamento dell’autostima, che sono gli stessi sintomi del Burnout da lavoro.
E’ importante che la coppia abbia sempre un dialogo per mantenere viva la relazione e l’interesse per ricaricarsi e ritrovare il desiderio e l’armonia, ma se questo non dovesse succedere non bisogna lasciarsi andare a pensieri tipo: ”prima o poi ce la faremo da soli”, ma cercare una psicoterapia di coppia che sicuramente aiuterà a rimettere in equilibrio la relazione.
Disturbo acuto da stress nel DSM-5
Il disturbo acuto da stress (ASD) è stato definito nel DSM-IV, nel DSM-5 e dall’American Psychiatric Association nel 2013, attraverso alcuni aspetti caratteriali come:
- Irritabilità, rabbia
- Ansia, tensione
- Difficoltà di concentrazione
- Pensieri dissociativi
- Emozioni positive assenti
- Comparsa di pensieri intrusivi
Quando c’è una forte sofferenza, durante l’esperienza traumatica, potrebbe trasformarsi successivamente in Disturbo post-traumatico da stress (PTSD) che si distingue per la gravità dei sintomi che si protraggono oltre il primo mese.
Disturbo post-traumatico da stress nel DSM-5
Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) è una patologia che si sviluppa in persone che hanno vissuto un esperienza traumatica estrema, violenta o catastrofica con implicazione di morte o minacce gravi sia per sé stessi che per altri.
Questo tipo di stress viene vissuto con paura acuta, intensa e i ricordi restano nella mente molto vivi e portando a vari sintomi spiacevoli come incubi, immagini o pensieri che riportano sempre all’episodio traumatico.
Secondo il DSM-5 si può parlare di PTSD quando i sintomi persistono da più di un mese e scaturiscono in un danneggiamento delle attività lavorative e sociali nella vita della persona.
I criteri per cui il DSM-5 fa diagnosi di PTSD sono riferiti alle vicende che hanno portato al disturbo come:
- Aver avuto un’esperienza molto traumatica che metteva in pericolo la vita
- Aver assistito all’esperienza traumatica di altre persone
- Aver saputo di familiari o amici ai quali è accaduto un evento pericoloso
- L’esposizione ripetuta o estrema dei dettagli di un episodio traumatico
Tutto questo può portare a sintomi invasivi e fastidiosi come:
- Incubi dove si rivive il trauma
- Ricordi dell’evento che arrivano involontarie e disturbanti
- Flashback che portano la persona a pensare di comportarsi come se rivivessero lo stressor
- Stimoli provenienti dall’esterno che vengono associati all’esperienza traumatica dando molto disagio e reazioni fisiologiche.
Per scongiurare certi stimoli spiacevoli la persona mette in atto un comportamento evitante per scansare i ricordi, sensazioni o persone o luoghi collegati all’evento.
Per rientrare nel criterio del DSM-5 sono necessari almeno due sintomi tra questi:
- Non riuscire a ricordare aspetti importanti dell’evento
- La persona si incolpa di quello che è accaduto anche se non è così
- Costante sensazione di vergogna, paura, terrore, colpe e ansia
- La vita di tutti i giorni non interessa più il soggetto.
- Incapacità a sentire le emozioni positive
- Estraneità verso gli altri
Oltre a questo ci sono sintomi come gli scatti di rabbia, ipervigilanza, poca concentrazione, insonnia e comportamenti auto-distruttivi o problemi psicosomatici come emicranie, dolori al torace, capogiri, problemi gastrointestinali e indebolimento del sistema immunitario.
Covid 19 e disturbo post- traumatico da stress
La pandemia da Covid 19 riguarda tutta l’umanità ed è un trauma significativo che ognuno di noi vive come evento minaccioso di massa e ci siamo dovuti confrontare con un nemico invisibile e subdolo.
Un evento come questo, che toglie la libertà e le nostre sicurezze, impatta con le nostre vite e potrebbe innescare un disturbo post-traumatico da stress se non prendiamo dei provvedimenti che possano aiutare, come la psicoterapia, per superare questo momento.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Covid, paura e stress”
Disturbi intestinali da stress
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è un problema che può esserci nel nostro tratto digestivo, e colpisce il 10% della popolazione, prevalentemente donne.
Il nostro microbiota intestinale agisce come una barriera contro gli agenti patogeni del nostro tratto intestinale tenendo conto che il 70% delle cellule immunitarie sono proprio nel nostro intestino e che stress e ansia possono agire negativamente sul nostro microbiota intestinale, aggravando i sintomi dell’IBS con disturbi come colon irritabile, dispepsia e dolori addominali.https://www.serenellasalomoni.it/orticaria-psicosomatica-da-stress/
Ma che cos’è il microbiota e perché è così importante?
E’ il termine che una volta chiamavamo “flora intestinale” e che ora, più giustamente, il ricercatore americano Jeffrey Gordon chiamò microbiota con un termine che poi fu adottato sempre.
Come si vede è un insieme di microrganismi che abbiamo nel tubo digerente e non solo, ma anche sulla pelle, sui polmoni, sui capelli, nella bocca, nella vagina, nel naso, negli occhi e nelle orecchie.
Diventa importante sapere che in un sano microbiota intestinale convivono batteri buoni e batteri cattivi in equilibrio e può diventare un importante alleato nel campo della prevenzione oncologica, fino a che non viene alterato da un disordine dovuto a malattie, alimentazione, farmaci, fumo, alcol e stress.
Il nostro cervello riceve dall’intestino segnali elettrici e viceversa, ma quando non è più possibile, per varie cause, bloccare i batteri cattivi, questi riescono a superare la barriera intestinale entrando in circolazione raggiungendo anche il cervello e alterandone le sue funzioni.
Infatti notiamo una chiara coincidenza tra i sintomi gastrointestinali e le condizioni mentali dove il 60% dei pazienti con Sindrome dell’intestino irritabile ha anche delle difficoltà psicologiche come ansia generalizzata e depressione.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Ansia e Depressione: come riconoscerle e guarire”
Non per niente il nostro intestino viene chiamato “secondo cervello” perché è in costante comunicazione con il nostro cervello ed è influenzato dallo stress e, di conseguenza, dobbiamo imparare a gestirlo prendendocene cura con:
- Esercizio fisico come la corsa, la camminata o il nuoto che contribuiscono, riducendo ansia e stress, ad aiutare il colon a funzionare meglio.
- Anche il riposo aiuta molto a calmarci e ad essere meno irritabili.
- Bisogna stare attenti ad alimentarci bene con cibi sani ed equilibrati.
- Per ottenere buoni risultati è anche fondamentale applicare tecniche di rilassamento come il Training Autogeno.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è il Training Autogeno e come funziona”
Possiamo quindi concludere che la Sindrome dell’Intestino Irritabile è sicuramente una condizione complessa, molto influenzata dallo stress e dall’ansia, per cui diminuendole, la nostra qualità di vita e il nostro intestino miglioreranno.
Disturbi cardiaci da stress
Il nostro cuore viene sicuramente messo a dura prova dallo stress che può far peggiorare la fibrillazione atriale, la più frequente tra le aritmie cardiache, che ne soffre 1 milione di italiani e che è destinata a diventare il doppio nei prossimi anni.
Cos’è la fibrillazione atriale?
Sappiamo che il nostro cuore si contrae e si rilassa, normalmente, con un ritmo calmo, tranquillo e regolare mentre nella fibrillazione atriale diventa irregolare, produce un’aritmia, talvolta asintomatica ma anche con palpitazioni o “fame d’aria” (dispnea).
Tutto questo potrebbe diventare pericoloso e dare coaguli di sangue, insufficienza cardiaca, ictus o altri problemi cardiaci.
Dietro la fibrillazione atriale possono esserci varie situazioni con patologie preesistenti dove lo stress emotivo e lavorativo assume una importanza rilevante perché può far peggiorare la persona che deve saper gestire le pressioni, le ansie e i nervosismi lavorativi.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Stress da lavoro”
Prima di tutto c’è la possibilità di fare prevenzione migliorando la propria qualità di vita, assumendo un atteggiamento positivo e, se necessario, rivolgendosi anche ad una psicoterapia per capire come fare a migliorare la propria vita eliminando le “negatività”, o almeno diminuendole, e anche in questo caso il Training Autogeno può essere una valida tecnica.
Come curare i disturbi da stress?
Un livello di stress elevato dipende dalle caratteristiche dello stressor, dalle caratteristiche di personalità e da parametri biologici determinati geneticamente.
Molto dipende anche dal tipo di stress perché se riusciamo a modificarlo, come ad esempio diminuendo un lavoro troppo pesante, sicuramente lo stress si abbasserà.
Se, invece, abbiamo uno stress emotivo o uno stress nervoso che proviene dalla nostra interiorità, allora non è più tanto semplice perché si riferisce alla storia e alla personalità dell’individuo.
Quando le terapie hanno come focus, per risolvere il problema, la ricerca della causa che ha scatenato lo stress, le psicoterapie psicoanalitiche o cognitive centrate sullo stimolo che ha suscitato quel malessere, sono le più adatte.
Sono psicoterapie molto valide e che danno ottimi risultati, ma poche persone le intraprendono in quanto lunghe e quindi costose.
Perché è importante una psicoterapia cognitivo comportamentale?
La psicoterapia cognitivo-comportamentale insegna a gestire l’ansia e a correggere i comportamenti disfunzionali che portano stress, puntando sui punti di forza e sulle carenze del paziente che devono essere rafforzate.
I colloqui con uno psicoterapeuta sicuramente danno la possibilità al paziente di curare ansia e stress e, specialmente, imparare delle strategie e nuove modalità per avere dei rimedi contro lo stress cronico.
Per quello che riguarda l’uso dei farmaci, spesso vengono usati antidepressivi e ansiolitici.
Training autogeno per aiutare a gestire stress e ansia
Altro rimedio che consiglio spesso ai miei pazienti come aiuto e sostegno alla psicoterapia, è il Training Autogeno che punta a risolvere lo stato emozionale alterato e che è alla base del disturbo somatico.
Il Training Autogeno è una tecnica breve che il paziente impara e poi può usare anche da solo, gli riduce gli stati d’ansia, e mira a controllare e gestire le risposte fisiologiche e psicologiche che potrebbero portare a malattie, abbassando le difese immunitarie.
Bibliografia
C. Borzacchiello, L’intestino delle meraviglie, 2024, Mondadori
S.C. Hayes, S. Smith, Smetti di soffrire, inizia a vivere, 2016 F.Angeli
S. Erzegovesi, la dieta della mente felice, 2020, Vallardi
J. M. Kennedy, J. Jennings, Respira col cuore, Mondadori
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