Lacci e lacciuoli, catene, fruste, manette: sono l’abc dell’armamentario di chi pratica sesso estremo.
Sappiamo bene che è la nostra società, l’educazione, la famiglia e la nostra cultura che, come affermava Alfred Kinsey nei suoi due libri sul comportamento sessuale dell’uomo e della donna, influenzano pesantemente la condotta delle persone e impongono leggi e regole per comportamenti, specialmente sessuali, sani o non normali.
Prima di leggere l’articolo vi consiglio di ascoltare questa mia intervista a Radio Cusano dove ho parlato di “SESSO ESTREMO”
Perversioni o Parafilie o Devianze?
Quando è “normale” il comportamento erotico-sessuale?
Freud nei “Tre saggi sulla teoria sessuale” (1905) definisce le perversioni attraverso tre principi:
- Se sono centrate su parti del corpo non genitali.
- Se servono alla persona in sostituzione dei rapporti genitali con partner di sesso opposto.
- Quando sono una pratica che diventa esclusiva per la persona.
Naturalmente i comportamenti sessuali “sani”, sono culturalmente molto cambiati dai primi scritti di Freud, accettando i rapporti orali, la penetrazione anale e l’omosessualità che prima erano nella lista delle perversioni, intese come attività devianti.
Infatti ora parliamo di “parafilie” ( dal greco “parà”= oltre e “filia”= amore) come comportamenti, legittimati da questo termine introdotto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e nel 1980 dal DSM-III dell’American Psychiatric Association in sostituzione del termine perversioni, per emendarlo con uno meno danneggiante sul piano morale e etico.
Nel DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) le parafilie sono definite fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti che possono riguardare oggetti inanimati utilizzati su di sé o su partner umani, fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti.
Per cui per diagnosticare le parafilie, ci devono essere per almeno sei mesi impulsi sessuali, fantasie e comportamenti che si focalizzano su oggetti inanimati o su bambini o persone non consenzienti producendo sofferenze e umiliazioni e possono essere distinte in tre diverse forme più o meno gravi:
- Nelle forme lievi c’è l’impulso che non viene messo in atto.
- Quando la gravità è moderata la spinta all’azione avviene occasionalmente.
- Nei casi gravi la parafilia viene ripetutamente messa in atto.
L’esordio delle parafilie lo osserviamo nell’adolescenza e diventa più marcata e definita durante l’età adulta e l’origine, nonostante le ipotesi di fattori biologici, sono psicologiche e determinano le parafilie che il DSM-V identifica in diverse tipologie.
Quali sono le parafilie?
Quando la parafilia produce disagio arrecando danni a se stessi o ad altri individui possiamo parlare di Disturbo parafilico come:
Voyeurismo: la persona è eccitata sessualmente e si gratifica osservando le persone nude non consapevoli di essere guardate e impegnate in attività sessuali. Se, invece, chi è guardato sa di esserlo e dà il proprio consenso, allora si parla di troilismo.
Esibizionismo: in questo disturbo parafilico c’è l’esposizione degli organi sessuali verso persone non consenzienti o sconosciute ed è prevalentemente del sesso maschile.
Masochismo sessuale: l’eccitamento viene prodotto da fantasie o comportamenti, in modo ricorrente, che derivano dall’atto di essere picchiato/a, legato/a o umiliato/a e da atti che producono dolore e questo deve portare a un disagio significativo e devono durare almeno sei mesi.
Froutterismo: è un modo di eccitarsi intensamente e spesso con fantasie, desideri e comportamenti legati allo strusciarsi contro persone che non sono consenzienti.
Feticismo: è un’eccitazione sessuale dovuta alle fantasie, desideri o comportamenti che si creano per l’uso di oggetti inanimati o dall’interesse molto particolare per una o più parti del corpo non genitali.
Sadismo sessuale: si creano fantasie, desideri o comportamenti che eccitano sessualmente perché si causa intenzionalmente la sofferenza fisica o psicologica di un’altra persona.
Pedofilia: il DSM-V stabilisce le seguenti regole per questo disturbo:
- Ci sono fantasie sessualmente ricorrenti e eccitanti con impulsi o comportamenti che coinvolgono uno o più bambini in età prepuberale e sono presenti da almeno sei mesi.
- La persona è maggiore di 16 anni e 5 anni più grande del bambino a cui rivolge fantasie o comportamenti
Travestitismo: è legato a fantasie, desideri o comportamenti che danno un’eccitazione sessuale che deriva dal cross-dressing, cioè dall’indossare capi di abbigliamento del sesso opposto.
Però non possiamo affermare che una propensione alla perversione “normale” sia collegata alla parafilia che può essere considerata patologia quando tali stimoli diventano esagerati, violenti o compulsivi e si protraggono per lunghi periodi con la realizzazione di fantasie estreme su persone inconsapevoli.
Cosa sono le MST (MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE)?
Le malattie sessualmente trasmesse o MST sono un gruppo di malattie che diventano contagiose durante il coito, sesso orale o altre forme di giochi erotici e che producono un milione di contagi al giorno nel mondo attraverso il contatto sessuale e sono causate da virus o batteri o parassiti e vengono chiamate anche “malattie veneree”.
In Italia la fascia di età più colpita è tra i 15 e i 24 anni, per cui c’è l’estrema necessità di fare una buona educazione sessuale anche nelle scuole per insegnare come attuare un sesso protetto.
BDSM, Trampling e sesso estremo
Con il termine BDSM (nato negli Stati Uniti nel 1985), si intendono diverse pratiche erotiche come: bondage, domination, sadismo e masochismo con chiare regole fondamentali che vengono riassunte in inglese con la formula SSC (Safe, Sane, Consensual) che traduciamo con: Sicuro, Sano e Consensuale.
Bondage
Il termine bondage significa schiavitù, legame, cioè una sottomissione sia fisica che psicologica dove pratiche erotiche di dominazione, disciplina, sadismo e masochismo, nell’ambito di un rapporto erotico, portano costrizione e a un assoggettamento del sottomesso al suo dominatore.
La tecnica consiste nel legare, immobilizzandola, una persona consenziente, attraverso un gioco erotico dove l’eccitamento consiste nell’assistere alla sofferenza dell’altra persona acquisendo uno stato di assoluto potere sull’altro in un gioco erotico che alcuni ricercatori considerano una pratica eccentrica e di moda che non rientra nelle perversioni sessuali.
Inoltre, altri studiosi invece, la considerano una patologia che ha le sue radici in esperienze traumatiche e conflitti infantili sia reali che fantasmatici che non si sono risolti.
Se la sessualità diventa un problema e ha il bisogno assoluto di queste attività che producono dolore bisogna intraprendere una terapia multidisciplinare sia singolarmente che di coppia.
Trampling
In italiano il termine “trampling” ha il significato di calpestare perché la persona si eccita quando il partner, spesso a piedi nudi, ma anche con scarpe particolari, lo calpesta e l’eccitazione è raggiunta in una combinazione di dolore e umiliazione che riconduce ai rapporti sadomasochistici e vi sono coinvolti di più gli uomini delle donne.
Sembra proprio che dire: “mettersi a tappetino” nel trampling sia l’ideale, dove la “padrona e dominatrice” calpesta il corpo dell’uomo che ha una zona del corpo preferenziale per questo e che può essere il torace, i genitali o le mani.
Scambio di coppia
Lo scambismo sia in ambito pubblico, cioè nei club adibiti allo scopo, sia nell’intimità delle abitazioni, è attuato per suscitare il piacere che sempre di più è cercato, con nuove situazioni erotiche, per stimolare un desiderio un pò appannato e dare nuovo slancio alla sessualità.
Infatti i membri delle coppie instaurano una relazione erotica scambiandosi i partner e guardando lo svolgimento dell’azione con il presupposto che siano tutti consenzienti e bendisposti ad accettare gli incroci amorosi che vengono attuati.
Ho visto nel mio studio membri di coppie (specialmente donne) che apparentemente accettavano il gioco erotico, ma poi entravano in crisi di gelosia o di imbarazzo estremo che metteva in difficoltà il rapporto tra i due partner con rischi molto alti.
Perversioni femminili
Cos’è una perversione femminile? Esiste?
La psicoanalista americana Louise J. Kaplan fu la prima a parlare di perversioni femminili e scrisse un libro nel 1992 “Perversioni femminili. Le tentazioni di Emma Bovary” scrivendo: “E se le perversioni maschili si manifestano in forma di atti sessuali proibiti che interpretano e caricaturano la performance genitale adulta, le corrispondenti perversioni femminili devono manifestarsi in campi che interpretano e caricaturano un ideale femminile di genere: innocenza, pulizia, spiritualità e sottomissione”.
Vediamo come il concetto di perversione femminile delineato dalla Kaplan annovera comportamenti specificatamente femminili come la tricotillomania (strapparsi i capelli), cleptomania, AUTOLESIONISMO, o sottomissione con relazioni che fanno soffrire.
Gli uomini sono sadici o feticisti o hanno altre parafilie sessuali, al contrario delle donne che usano il proprio corpo e la seduzione come teatro per placare ansie e angosce di traumi infantili non risolti, dove la perversione non è tanto il comportamento ma il progetto mentale che lo implica.
Il concetto di perversione femminile che viene legato al concetto di identità e di sessualità dove la perversione diventa una fuga da rigide impostazioni di educazione femminile e manifestazione di potere, e diventa anche un’evasione da ANSIE, DEPRESSIONI e INSICUREZZE.
Anche gli interventi di chirurgia estetica ingiustificati, così come i tagli o i capelli strappati sono indicatori di sentire il corpo inadeguato e quindi punirlo fino ad arrivare al punto estremo con la problematica dei DISTURBI ALIMENTARI che diventano le parafilie del femminile specialmente oggi dove i media e i social rendono sempre più complicati e difficili i contatti fisici.
La perversione la troviamo anche nell’annullarsi in relazioni sentimentali dove l’AUTOSTIMA non esiste e c’è l’umiliazione come mezzo per tenere legato il partner o nel lavoro dove l’angoscia è quella di non essere all’altezza e non avere successo.
Sex Toys: i giocattoli dell’amore
Sono tantissimi i sex toys in commercio per stimolare e diventare un presidio ludico per divertire, rinnovare con fantasia e piacere una sessualità più libera da sperimentare senza freni inibitori ma divertendosi e giocare sempre con la considerazione di rispettare la propria e l’altrui libertà.
Sono gli atteggiamenti di routine e monotoni del sesso senza fantasia che porta le coppie a non sentire più il piacere del rapporto che diventa quasi un dovere, un compito fatto regolarmente perché è così che deve essere per non sentirsi in colpa.
Cosa ci dice la storia?
Il dildo (oggetto con la forma del fallo) lo ritroviamo anche nella Grecia classica rinvenuto in un vaso dove vediamo dipinta una donna che lo usa per la masturbazione, così come lo ritroviamo presso i romani costruito con osso, legno o cuoio e non dimentichiamo Pompei con dipinti con scene di sesso e giochi erotici con i dildos.
Dal Medioevo in poi il dildo continua ad essere usato come gioco erotico, anche se la chiesa ne rimproverava aspramente l’uso, per soddisfare i desideri delle donne che lo usavano anche tra di loro e così continuò ad essere adottato per i secoli seguenti.
Fu poi con l’epoca industriale e l’uso di nuovi materiali come il lattice che iniziò la commercializzazione dei sex toys introducendo i primi stimolatori clitoridei e vendendoli per corrispondenza, avviando anche l’epoca dei vibromassaggiatori che apparvero nel 1869 come presidio medico che veniva impiegato terapeuticamente per i sintomi dell’isteria che ritroviamo magnificamente rappresentati nel film “Hysteria” dove un medico, inventando il vibratore alleviava i problemi di tante donne.
Ed eccoci negli anni 60 dove i vibratori cominciarono ad apparire nei primi sexy shop fino ad oggi che vengono acquistati on line e con nuove invenzioni che inseriscono stimolatori clitoridei radiocomandati e vibratori con nuovissime tecnologie per soddisfare tutte le esigenze erotiche.
Per favorire le donne nel piacere orgasmico oltre il dildo e i vbromassagiatori vi sono le “perle della geisha” molto usate anche come eccitanti e divertenti dalla coppia e che consistono in sfere collegate da un filo come una collana che devono essere messe in vagina e poi sfilate.
Anche i profilattici oggi sono diventati più ludici per rendere il rapporto sessuale piacevole e erotico così come la lingerie femminile, che nell’immaginario maschile ha sempre avuto un ruolo primario specialmente con indumenti come baby dolls, culotte, giarettiere o body particolari con aperture in punti strategici o perizomi e, naturalmente, le scarpe con tacchi e colori che stimolano il FETICISMO MASCHILE o CALZE o COLLANT.
Sesso estremo e dipendenza
Quando il sesso estremo diventa uno stile di vita legato a pratiche sessuali spesso violente, talvolta mortali, contraddistinte da veri e propri strumenti di tortura e che arrecano danno anche ad altri, come la pedofila, allora possiamo parlare di patologia e di parafilia estrema.
Non si prova piacere se non si fanno cose estreme e purtroppo gli esiti estremi si conoscono solo a giochi fatti, perché non parliamo di normali masturbazioni, ma di pratiche che devono, di volta in volta, aumentare nella componente del rischio, alla ricerca continua di qualcosa di strano o diverso.
Possiamo paragonare le abitudini del sesso estremo a una vera e propria droga perché, come chi si fa di cocaina che s’illude che basti, così chi ricerca il piacere oltre ogni limite aumenta di volta in volta la dose di pericolosità e spesso i soggetti con parafilia estrema presentano disturbi di perdita del controllo, depressione e DOC.
Dobbiamo renderci conto che quando la sessualità diventa un problema, dove il dolore deve essere la componente più importante, allora è necessario affrontare la situazione in maniera multidisciplinare e intraprendere un percorso di coppia per conoscere meglio se stessi e l’altro..
Inoltre, se è necessario, il trattamento deve essere integrato con una terapia farmacologica e specifici interventi cognitivo-comportamentali per modificare i pensieri sessuali disfunzionali.
Bibliografia
Freud S. (1905) “Tre saggi sulla teoria sessuale” Boringhieri
Kaplan L.J. (1992) “Perversioni femminili” Cortina
Pasini W.(2002) “I nuovi comportamenti amorosi) Mondadori
DSM-V (2013) Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali
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