Che cosa è l’Avarizia?
L’avarizia è l’attaccamento patologico al denaro messo da parte solo per la felicità dell’accumulo, ma non si riferisce solo ai soldi.
L’avarizia è una prerogativa totalizzante, che, pensiamo, possa inserirsi anche in ogni altra declinazione dell’esistenza.
L’avaro, come ci insegna Molière, è un individuo che, per definizione, trattiene tutto e non dà nulla e, questo, anche in riferimento ai sentimenti.
L’avarizia porta anche verso l’invidia. Vorresti avere tutto e tutto per te e c’è un rodersi dentro al pensiero di quello che possono avere gli altri.
Ecco l’invidia negativa che fa pensare a “cosa posso fare per togliergli quello che ha e prendermelo?”.
Non importa se non ne ha bisogno o se è una cosa che non gli serve ma è importante portarlo via all’altro, quella è la sua soddisfazione.
In questo video ti spiego la mia opinione sull’avarizia, ti consiglio di guardarlo!
Avarizia e Avidità
L’avarizia dobbiamo considerarla diversa dall’avidità che le persone hanno con la propensione a cercare di aumentare spasmodicamente quello che posseggono, mentre l’avarizia è in colui che cerca di trattenere qualsiasi bene che ha, sia di denaro che d’altro.
L’avaro non sa di essere così, è convinto di essere una persona parsimoniosa con la propensione a controllare tutto, a non fidarsi e a essere molto sospettoso con dei tratti d’ansia notevoli, vivendo male e dando un significato affettivo a tutti i suoi beni materiali.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “cos’è l’Ansia e come combatterla“
L’Avarizia è un prodotto della nostra epoca?
L’avarizia e la figura dell’avaro è stata spesso protagonista in racconti, poemi, satire, commedie e film, come oggetto di satira e presa in giro di queste figure patetiche e chiuse nella loro patologia e nella loro infelicità.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo sulla “Felicità e infelicità: due sentimenti importanti”
Vediamo nella storia che il cristianesimo fa entrare l’avarizia nei sette peccati capitali condannandola con una frase che dice: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli”.
Anche in epoca pagana il “tirchio” nella mitologia viene condannato dagli dei, come nella leggenda di Creso, che per la sua avarizia viene punito facendogli mutare in oro tutto ciò che tocca.
Dante mette sia gli avari che i prodighi alla stessa pena perché hanno tutti e due lo stesso desiderio inestinguibile di accumulare ricchezza: gli avari per il possesso e gli altri per sperperare in maniera irragionevole e futile.
Lo stesso Giovanni Boccaccio mette un mercante genovese, Erminio de’ Grimaldi, ricchissimo e avarissimo, come protagonista nell’ottava novella del Decameron.
Nel Medioevo c’è l’elogio alla carità e alla povertà come ideale incarnato da Cristo ma c’è anche la nascita del fenomeno dell’usura dove il debitore se non riusciva a risarcire il debito, subiva ricatti dal creditore che si rifaceva sottraendogli i suoi beni.
Oggi cosa succede visto che siamo forse più ricchi ma meno felici?
Avidità e Avarizia
Avidità è un forte desiderio di potere e di accumulare che porta all’avarizia, all’ambizione estrema o all’insoddisfazione continua ed è il non dare niente, cioè: “è tutto mio” e oggi troviamo queste tendenze nel nostro modo di vivere dove i soldi, il sesso e il cibo sono dipendenze che trasformano la nostra qualità di vita dove il normale desiderio di possedere, diventa non controllato e sempre più improntato all’eccesso.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo sulla “Qualità di Vita”
L’Avarizia nei film
Charles Dickens scrisse nel 1843 il racconto “Canto di Natale” dove il personaggio principale è Ebenezer Scrooge, avaro, tirchio e con un pezzo di ghiaccio al posto del cuore.Infatti il milionario spilorcio che troviamo nei nostri fumetti come zio Paperone, nella versione inglese si chiama Uncle Scrooge.
Frank Capra diresse nel 1946 il film che tutti vedono riproposto a Natale: ”La vita è meravigliosa”, così come tra le trasposizioni più famose del romanzo di Dickens c’è il film del 1970 di Ronald Neame: ”Scrooge” che in italiano divenne :”La più bella storia di Dickens”.
L’avaro di Molière ispirò nel 1990 al regista Tonino Cervi il film interpretato da Alberto Sordi nella parte del famoso don Arpagone, usuraio a Roma nel seicento.
Fu Michael Douglas nel 1987 che interpretò il finanziere ambizioso e spregiudicato, Gordon Gekko nel film di Oliver Stone:”WallStreet” e nel 2010 il sequel: ”Il denaro non dorme mai” dove, con il capolavoro di Paul Thomas Anderson: ”Il petroliere” interpretato da Daniel Day-Lewis possiamo vedere i moderni “usurai” dipendenti patologicamente dal dio denaro.
Anche la mitica serie dei Simpson, con il personaggio di Montgomery Burns, per gli amici Monty, magnate ricchissimo dell’energia nucleare, ci fece conoscere un altro, sicuramente più simpatico, tirchio dei film di animazione.
Avarizia e incapacità a donarsi nella vita e nei sentimenti
Troviamo la nascita del seme dell’avarizia nella fase anale del bambino quando impara che, controllando il corpo, può rendere felice o meno la madre, suo oggetto d’amore e da cui dipende il suo nutrimento fisico e affettivo.
Secondo Freud dietro l’avaro c’è una madre anaffettiva, poco rassicurante ma contemporaneamente molto attenta al controllo, all’ordine, alla pulizia e al rispetto delle regole senza, però, carezze e cure.
Proprio per questo spesso dietro l’avarizia c’è un aspetto di insicurezza relativa agli affetti genitoriali che produce una ferita profonda e dolorosa sempre riferita all’infanzia ed è per questo che spesso l’avaro è sospettoso e iper-controllante.
In effetti chi è tirchio nella vita lo è anche nei sentimenti e cerca sempre di dare il minimo ma di pretendere il massimo mancando di empatia verso quello che prova l’altro perché è troppo concentrato a difendere il suo territorio, a proteggere quello che è suo.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo sulla “Delusione”
C’è una specie di alessitimia, cioè un’assenza di emozioni o di estrema difficoltà a riconoscerle e percepirle, a condividere quello che si sente dentro e investire su un sentimento che potrebbe nascere, ad esempio, per formare una coppia.
Questo fa dell’avaro una persona isolata affettivamente perché devono poter dominare e gestire gli affetti con la stessa rigida tirchieria con cui gestiscono il denaro.
Quindi l’avaro risparmia su tutto, anche sull’amore e vivere accanto a un uomo (sono quasi sempre uomini gli avari) così, non è facile e può produrre sensazione di frustrazione, amarezza, insicurezza e confusione perché l’avarizia stringe come un cappio togliendo gli slanci fatti di sorprese, follie e irrazionalità che sono tipici della “pazzia” amorosa.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “cuore e la passione”
Esiste un’avarizia sessuale?
Si, esiste perché sappiamo che il sesso è una comunicazione preminente della coppia odierna dove le emozioni sono intense che portano a dare se stessi all’altro mettendo in moto un grande coinvolgimento.
L’avaro non ama questo tipo di implicazione emotiva e la coppia spesso lamenta apatia, freddezza, passività come se i sentimenti fossero congelati con avarizia di coccole, carezze e dimostrazioni affettuose e non sente questi slanci e non è cosciente di quanto il suo comportamento tolga all’altro.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “benessere sessuale e affettivo”
Avarizia patologica
L’avarizia è stata giustamente annoverata nei peccati capitali perché è uno dei difetti più brutti e pesanti e può essere una grave patologia cronica e che può, via via, peggiorare.
Ci sono persone che pur avendo i soldi non accendono il riscaldamento e patiscono il freddo o mangiano poco e male anche con cibi che possono essere scaduti e fargli del male o che non si curano per non pagare farmaci o specialisti.
L’avaro ha un pensiero che lo tormenta e che è la paura di restare a secco, è la scarsità che lo spaventa, travisa tutto e la sua realtà si basa su un equilibrio psicologico debole.
Vede sempre le altre persone come coloro che potrebbero attentare alla sua stabilità, e non può condividere niente perché perderebbe il controllo che ha sugli altri e per lui, un significato affettivo lo hanno solo le cose che possiede.
Tirchieria è un brutto vizio che da infelicità perché non sono mai soddisfatti e non danno niente sul piano affettivo. Se cerchiamo un taccagno povero vero, non lo troviamo così come è facile trovare un avaro ricco.
Come sono gli avari?
L’avarizia porta a non essere mai contenti.
Sono individui sospettosi che soffrano di disturbi psicosomatici e sessuali perché tengono tutto dentro e hanno continui rimuginamenti e sono persone particolarmente ordinate, parsimoniose e ostinate, con caratteristiche che Freud definisce fermi alla “fase anale”.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “disturbi psicosomatichi”
E’ difficile avere un rapporto sincero e duraturo con loro che sono dominanti, solitari e pieni di paure e ansie.
Tendono anche a ricercare partner sottomesse, psicologicamente fragili, senza autostima che possano essere gestite e dominate attraverso l’aggressività e, soprattutto, che non abbiano abbastanza forza per esigere e che non reagiscono perché si sentono sempre in colpa.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Autostima femminile come migliorarla”
Utilizzano tutto e tutti anche se questo li può danneggiare perché sono sempre convinti di essere nel giusto e non si fidano di nessuno.
Come uscire dall’avarizia?
Non è facile curare un avaro perché non si accorge del disagio che procura e non è cosciente di quello che produce il suo modo di comportarsi verso gli altri, anche se ci sono gradi diversi di questo problema, l’avarizia patologica è un gran brutto vizio e è una malattia.
Uscire da tutto ciò non è facile ma è possibile liberare l’avaro dalla sua ferita narcisistica impartita da una madre anaffettiva e controllante, riconoscendo che ha bisogno di aiuto perché la sua vita non è felice e con una psicoterapia che possa far emergere l’antico dolore di chi non è stato amato a sufficienza nei suoi primi anni di vita e possa liberarlo dalla prigione delle sue paure.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “paura di vivere: come superarla”
Bibliografia
Freud S., Carattere e erotismo anale, Opere, Boringhieri 1972.
Andreoli V., Rabbia, Corriere della Sera, 2020.
Zamagni S., Avarizia. La passione dell’avere, il Mulino, 2009
Gerardi R., Avarizia, EDB 2015
Corriere della sera: L’Avidita condanna perenne insoddisfazione