Nella vita capita di trovarsi in situazioni con momenti di difficoltà, crisi d’ansia o fallimenti che portano a pensare che “non ce la farò mai”, e la paura di vivere arriva perché hai paura di affrontare la vita.
Ti chiedi: e se succede questo e se succede quello? Avrò il coraggio di affrontarlo? Cosa sto facendo? Il problema è che ci sono persone che hanno paura della vita e ci sono quelle che si rialzano e riprendono in mano la loro esistenza per cambiarla e migliorarla.
Indubbiamente la vita di tutti i giorni non è facile, nella nostra epoca tra lavoro, famiglia e impegni sociali c’è una pressione a cui siamo sottoposti che è stressante e definisce bene quello che può capitarci, cioè: la paura di vivere.
Prima di leggere l’articolo vi consiglio di guardare questo mio brevissimo video dove vi parlo della paure di vivere:
Siamo nell’epoca del benessere ma la paura di non farcela ci attanaglia e arriva l’ansia di vivere che ci porta a non riuscire più ad agire anche se desideriamo fortemente qualcosa.
Ed ecco che i pensieri negativi aumentano e trasformano il benessere in mal-essere dove albergano disturbi come l’ansia, la depressione, la fobia della morte, insonnie e problemi con il cibo.
Sicuramente i nostri nonni e bisnonni non avevano questi problemi e forse avevano meno strumenti di noi ma erano più felici.
Perché ho paura di vivere
Sembra quasi che ci sia la paura di sentire, sia dolore che piacere, paura delle emozioni e del rifiuto che ci può rendere più vulnerabili, per cui ecco la ricerca del successo a tutti i costi dove diventiamo non più esseri umani ma solo esseri sociali che vengono condizionati da quello che possono ottenere come potere, denaro visibilità e tutto ciò attraverso un’attività frenetica e convulsa che porta inevitabilmente stress e qualità di vita non soddisfacente.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Stress e disturbi da stress: sintomi e cura”
Eccoci nella disconnessione interiore dove, per paura di soffrire il cuore deve congelarsi, diventare un ghiacciolo così da eliminare, per paura le emozioni negative ma, inevitabilmente, anche quelle positive.
Quando siamo davanti a sentimenti negativi forse serve di più analizzarli prendendo la distanza dall’ansia, perché possono essere un’esperienza che ci serve per imparare metodi e strategie e a farci diventare più forti e ad acquisire autostima perché siamo diventati più creativi, coraggiosi e abbiamo riattivato l’omeostasi interiore.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Come aumentare l’autostima”
Paura di andare a vivere da soli
Osservando i nostri ragazzi possiamo notare che, forse non sono loro che hanno paura di uscire da casa per andare a vivere da soli, ma siamo noi genitori che non li educhiamo con questa idea e, di conseguenza li rendiamo insicuri e pieni di ansie non facendo quello che diceva Freud, cioè di dare ai figli la libertà.
Diventa un momento importante verso l’autonomia e le responsabilità ed è un vero e proprio passaggio molto significativo nella vita delle persone per acquisire sicurezza, indipendenza e autonomia ed è un cambiamento anche emotivo che colpisce ed ha effetti psicologici importanti.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Come dare autostima ai figli”
Paura di affrontare la vita
Le persone che hanno paura di vivere hanno costantemente crisi d’ansia perché hanno la paura di non farcela e, qualsiasi evento capiti, anche il più piccolo, diventa insormontabile con pensieri catastrofici su tutto ciò che capita.
Una delle peculiarità della paura della vita è che condiziona la nostra realtà facendoci vivere con la paura costante di non riuscire a reagire alla vita, ingigantendo tutte le difficoltà e facendoci fuggire anche dalle più semplici.
Può essere un’esperienza traumatica avuta nel passato, che non abbiamo mai superato, e che può essere la causa scatenante che ci fa avere paura di affrontare la vita andando alla ricerca di come ritrovare la voglia di vivere.
Vediamo come i social network sono pieni di persone che hanno bisogno di coinvolgere gli altri nelle loro sofferenze e nell’ansia di vivere diventando passivi e masochisti e senza il coraggio di vivere facendo dei cambiamenti.
Se siamo in situazioni così difficili e pesanti possiamo pensare di farci aiutare da uno psicoterapeuta per capire quali strategie mettere in atto per una vita più soddisfacente.
Solitudine come combatterla
Se, da un lato vivere da soli significa promuovere la propria crescita e la propria autonomia affrontando responsabilità e decisioni e sviluppando una maggiore fiducia in se stessi e nelle proprie risorse, riuscendo a scoprire le qualità e i limiti della propria identità e realizzazione personale, dall’altro ci può essere la paura della solitudine e dell’isolamento sociale.
Quando la paura della solitudine diventa patologia può creare angoscia e diventare un grosso disagio mentale e un terrore ossessivo di rimanere soli chiamato monofobia, per cui la persona che ne soffre cercherà di mettere in atto dei comportamenti evitanti cercando continuamente la compagnia e cercando di trattenere le persone vicino a lei creando dipendenze relazionali e tensione nei rapporti familiari.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Le relazioni sociali”
Indubbiamente anche la solitudine può diventare un momento di profonda e consapevole riflessione per ricaricare le energie e valutare quali sono le opzioni più importanti per noi, senza sfociare nella sensazione di isolamento che può produrre anche depressione, ansia o altri disturbi psicologici.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è l’Ansia e come combatterla”
Depressione
La depressione viene per questo chiamata male di vivere che indica una serie di diversi stati dell’umore, talmente diffusa che si calcola che ne soffrano 15 italiani su 100 e rappresenta una vera e propria rottura di un equilibrio funzionale con tristezza e mancanza di interessi e voglia di fare, di vivere.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Ansia e Depressione: come riconoscerle e guarire”
In effetti la persona diventa vittima di un pensiero continuo di rinuncia perché sente che non può combattere, reagire o superare e si lascia scivolare via senza freni e senza ormeggi, senza reazioni di fronte alle difficoltà che incontra sentendosi sempre più vittima sacrificale senza la forza del cambiamento.
Diventa fondamentale aiutare queste persone a non lasciarsi andare e a cercare di capire quali sono le capacità di migliorare lavorando sulle possibilità anche minime di cambiamento giornaliero rispetto alla sua qualità di vita come potrebbe fare un percorso di psicoterapia.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è la Psicoterapia: Psicoanalisi e altre terapie”
Pandemia e paura di vivere
Una pandemia come il Covid-19 sicuramente porta alla paura di vivere, alla paura di non farcela, alla paura di stare male con effetti psicologici, sia per la quarantena che per chi ha contratto il virus, difficili e protratti nel tempo.
Se da un lato con l’isolamento forzato aumentano atteggiamenti negativi come l’aumento dell’ansia, lo shopping compulsivo, gli atteggiamenti paranoici verso cospirazioni (Trump parlava di “virus cinese”) o verso il razzismo, dall’altra le persone si dedicano al volontariato ripensando ai valori e agli obiettivi importanti della vita.
Secondo gli studiosi come Steven Taylor, psicologo dell’Università della British Columbia, su 7000 soggetti intervistati, il 25% ha sviluppato una sindrome chiamata “stress da Covid-19” con sintomi come: la paura di essere infettati e hanno incubi e grandi preoccupazioni sulle conseguenze economiche e ansia o stress post-traumatico (PTSD).
Il Coronavirus svilupperà disturbi psicologici per cui i governi dovranno occuparsi anche della salute mentale dei cittadini e dei cambiamenti sociali che porterà questa pandemia, dal nostro comportamento sociale fino all’ansia da contatto che potrebbe diventar una specie di germofobia.
Il Covid-19 ha prodotto un aumento dell’atarassofobia, che è la paura di vivere senza stimoli, e che si somma a tutte le altre paure che già ci tormentano privandoci della voglia di agire.
Paura di non farcela?
Quando si affrontano momenti di difficoltà ed insuccessi, oppure dobbiamo andare incontro a nuove sfide (paura dell’ignoto, paura del fallimento), si può avere paura di non farcela.
Questo dipende anche dalla nostra autostima, da come i genitori ci hanno educato, dal nostro carattere e da come affrontiamo le difficoltà e la vera sfida è riuscire a non isolarsi.
Paura dell’ignoto
È un’ansia anticipatoria quella che arriva quando la paura dell’ignoto, cioè di un pericolo imprevisto, diventa una minaccia che non sappiamo gestire aumentando l’apprensione e la preoccupazione che possa accadere qualcosa da un momento all’altro.
Questo tipo di situazione si crea, ad esempio, per gli attacchi di panico dove le persone sono costantemente preoccupate di poter avere un attacco in qualsiasi momento, ma anche nella fobia sociale o in altre fobie specifiche.
Paura del fallimento
La paura del fallimento o atychifobia è una paura estrema e irrazionale ed è, forse, una delle più bloccanti che impediscono di godere di molti aspetti della vita e riesce a sabotare inconsciamente la possibilità del successo.
Quando pensi di non farcela o hai paura che succeda qualcosa di brutto, arriva la frustrazione, la rabbia e la vergogna che ci fa stare male per quello che siamo, mina la nostra autostima ed è imbarazzante.
Cominci a farti domande tipo: cosa succede se fallisco? Tutti perderanno interesse per me? Deluderò le persone la cui opinione per me è importante? Avrò successo? Come gestirò il mio futuro?
Pensieri negativi e paura della vita
Quando si cade nel vortice depressivo dei pensieri negativi e della paura della vita e di non farcela, si vede tutto nero al pensiero di come affrontare la vita ed i relativi problemi, così l’ansia cresce.
Le persone che hanno pensieri negativi ossessivi non riescono a liberare la mente dalle fissazioni mentali che li portano a vedere conseguenze negative in tutto ciò che fanno o che accade.
Mai come oggi siamo circondati dai media che ci portano immagini negative di violenze, morti, tradimenti, corruzione, e ci bombardano la mente che, come una spugna, assorbe gli stimoli negativi.
Puoi approfondire leggendo anche “Come eliminare i pensieri negativi”
Come uscire dai pensieri negativi?
Dobbiamo fermarci un istante a riflettere su queste emozioni che sentiamo osservandole nella maniera più razionale che possiamo per capire da dove provengono i pensieri tristi.
Pensiamo, poi, a una situazione opposta che potrebbe darci positività e felicità con l’intenzione di mettere in atto, nel tempo che abbiamo davanti, delle piccole strategie, dei piccoli passi che ci possano avvicinare al pensiero positivo e costruttivo.
Non importa raggiungere l’obiettivo nel tutto e subito, ma essere soddisfatti di essere riusciti a fare delle trasformazioni dal pensiero negativo verso il pensiero positivo senza lasciare che le paure ingigantiscano e ci condizionino.
Come risolvere la paura di affrontare la vita
Si, è vero, esiste la paura anche negli adulti come quella dei bambini quando avevamo paura di dormire al buio!
Dobbiamo risolvere la paura di affrontare la vita cioè ritrovare la voglia di vivere.
Bisogna imparare a gestire e superare la paura di vivere diventando persone coraggiose perché il coraggio è proprio questo: risolvere la paura di affrontare la vita.
Tutto ciò ci porta al mezzo più importante che ci serve per gestire la paura di non farcela che è l’autostima, che serve per credere in noi stessi e vedere quanta fiducia abbiamo in noi.
Leggi anche il mio articolo sugli “Come aumentare l’autostima””
Il coraggio ci serve per renderci consapevoli di questa paura di affrontare la vita magari anche manifestandola, affrontando i problemi che possono crearsi.
L’analisi delle proprie forze e debolezze serve a rendere il piano di attacco più consapevole e razionale, identificando i nostri punti di forza, i pericoli, le minacce e le opportunità.
Cerchiamo di arrivare sempre ad una maggiore obiettività verso noi stessi senza avere paura di sbagliare o di fallire perché la paura può insegnarci a come migliorarci trovando le migliori soluzioni agli ostacoli.
Ricordiamoci che avere coraggio significa anche capire che posso arrivare ad un momento in cui ho bisogno dell’aiuto di qualcuno perché sono in stallo e, per questo, l’aiuto professionale di uno psicoterapeuta può darci la giusta e conclusiva soluzione.
“Chi ha paura degli insuccessi limita le sue attività. L’insuccesso è semplicemente un’opportunità per iniziare di nuovo, questa volta in modo più intelligente.”
Henry Ford
Paura di vivere senza stimoli
Viviamo immersi in tante paure che la pandemia da Coronavirus ha aumentato, e la paura di non avere più gli stimoli per andare avanti toglie interessi e opportunità e diventa una specie di terrore che gli antichi greci riconducevano al dio Fobos e che oggi viene chiamata atarassofobia.
Viviamo una vita “social” ma non sociale, e siamo impegnati a passare il tempo tra internet, social o televisione che hanno ceduto il posto alla vita attiva di un tempo come incontri con gli amici, tempo dedicato allo sport o eventi culturali o alla lettura di un libro e ci hanno spinto verso una passività fisica e culturale.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Social: Amici o Inganno?”
Siamo tempestati dai media che ci propongono una vita effimera tra calciatori, attori, cantanti di successo e format televisivi vuoti e imperniati solo su finti sentimenti che esaltano l’individuo togliendo la visione dei veri interessi, stimoli, su come risolvere i problemi più importanti e come imparare le strategie con basi e idee per affrontarli.
Come superare la paura di vivere da soli
La paura di vivere produce un senso di vuoto, è il “male oscuro” che sfocia nella solitudine e che cerchiamo di riempire di cose da fare, senza pensare che potrebbe, invece, esserci utile per creare uno spazio dove possono nascere domande e risposte di cui abbiamo bisogno, uno spazio dove c’è il silenzio, non ci sono parole e nemmeno giudizi ma è un guardarsi dentro verso una identità mai esplorata o una nuova da ricreare, e questa può essere la solitudine positiva che non ha la negatività dell’isolamento.
Freud: parola e silenzio
Quando dialoghiamo normalmente la parola è l’elemento più significativo e il silenzio diventa secondario usato come pausa o di attesa, mentre nel dialogo psicoanalitico hanno uguale importanza.
La terapia analitica è chiamata “talking care”, dove il paziente impara che le parole sono importanti, non sono vuote e hanno un valore solo se le scopre attraverso il silenzio che le fa diventare fondamentali, importanti sia quelle del terapeuta che le sue e sono parole che nascono dal silenzio e dal cuore.
“Uno è padrone di ciò che tace e schiavo di ciò di cui parla”
Sigmund Freud
Bibliografia
J. Hillman, Il codice dell’anima, 1997-2009, Adelphi
V. Andreoli, Beata solitudine, 2019 Piemme
O. Chiaia, Uscire dalla solitudine, 2019, Feltinelli
P. Crepet, Solitudini, 2013 Feltrinelli
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