Chi è lo stalker? Tipologie di stalking, come agisce uno Stalker e come affrontarlo
Lo stalking ha molte sfaccettature, ma denotano tutte una grave patologia psicologica da parte di chi mette in atto azioni di stalking.
Vediamo in questo articolo chi è lo stalker, il suo quadro psicologico, i tipi di stalking, come affrontarlo.
Video: parliamo di stalking
In questo video introduttivo trattiamo il tema dello stalking
Stalker significato
Lo stalker è una persona di qualsiasi età, uomo o donna, che mette in atto dei comportamenti persecutori verso una “vittima” con la quale può essere legato o no da una relazione affettiva.
Il significato di stalker deriva dal verbo inglese “to stalk” che vuol dire camminare furtivamente, fare la posta, seguire, come un cacciatore che osserva la sua preda per catturarla.
Infatti sono individui che si appostano nei luoghi frequentati dalle loro vittime, le pedinano vessandole e impaurendole in tutti i modi con atti persecutori, e questo è il loro pensiero dominante e continuo.
E’ dal 1990 che si cominciò ad usare la definizione di stalker perché ci furono delle persone famose che venivano disturbate dai fan e un’attrice, Rebecca Lucile Schaeffer, fu assassinata, dopo che fu molestata per anni.
In Italia il reato di stalking è stato introdotto nel 2009 con la legge n°38 con l’art. 612 bis per il reato di “atti persecutori” nella vita privata di una persona.
Lo stalking indica un atteggiamento continuo e molesto, con atti persecutori che una persona ha nei confronti della sua vittima designata.
Essere vittime di stalking significa sentire un continuo stato di ansia e paura dovuta allo stalker.
Ossessivamente controlla la sua preda con stalking telefonico, pedinandola, inviando mail, con vari messaggi sul cellulare o sui social, con atti vandalici e minacciandola sempre di più.
La maggior parte degli atti persecutori vengono messi in atto da partner o ex partner di sesso maschile, in Italia il 70% degli stalker è uomo.
Hanno un’età compresa tra i 18 e i 25 anni e, quando la causa di abbandono è un amore respinto nel 55% dei casi, mentre l’età è superiore ai 55 anni se c’è di mezzo una separazione.
Sono vari i comportamenti che lo stalker mette in atto per perseguitare la sua vittima che ne risulta impaurita ed angosciata fino ad avere il timore di denunciarlo per le ripercussioni che pensa possano danneggiarla.
I comportamenti dello stalker sono:
- Le vittime di stalking vengono pedinate in ogni momento della giornata.
- Inviare messaggi al cellulare, via mail, sms con contenuti che impauriscono e mettono in ansia.
- Cercare notizie della persona attraverso domande a parenti, amici o colleghi di lavoro è uno stalking psicologico.
- Danneggiare le proprietà della sua vittima è un altro dei casi di stalking.
- Cercare di metterla in cattiva luce con parenti e amici.Arrivare anche ad aggredire fisicamente e sessualmente fa parte della “psicologia stalker”.
STALKING dove nasce
Lo stalking può derivare da qualsiasi relazione interpersonale che diventa difficile e complicata e fa diventare la vita pubblica e privata di una persona un modello comportamentale con costanti intrusioni fino ad arrivare a situazioni estremamente pericolose.
Dopo più di dieci anni dall’entrata in vigore del reato di “Atti persecutori”, questo viene costantemente modificato e a livello legislativo, possiamo vedere le riforme introdotte dalla legge 69 del luglio 2019, cioè il cosiddetto Codice Rosso.
Sembra che nella storia dello stalker ci sia un attaccamento disfunzionale dove le figure genitoriali sono lontane e indifferenti al bisogno relazionale e affettivo del bambino, negandogli quell’amore di cui ha un bisogno estremo, e tutto questo lo predispone a una paura cronica dell’abbandono e della separazione da queste figure di attaccamento affettivo.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Le relazioni Sociali”
Si crea così una personalità debole con una insicurezza affettiva dovuta ai rifiuti originali, senza introiettare e sperimentare un sicuro e sano amore che lo renderebbero più forte e non è in grado di riconoscere e valutare in maniera matura e adeguata i vissuti emozionali e il controllo dei suoi impulsi e la crescita dell’autostima.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Come dare autostima ai figli”
Stalking quando si configura
Lo stalker è, nella maggior parte dei casi, una persona capace di intendere e volere, sempre alla ricerca di quell’intimità mai avuta e, di conseguenza, isolato e immaturo negli affetti, inadeguato socialmente con un morboso comportamento di recupero affettivo verso la persona oggetto del suo desiderio in maniera assillante e ossessiva.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Paura della solitudine”
Nello stalker non c’è quasi mai il senso di colpa o di vergogna e non capisce perché non viene accettato da parte della vittima, il suo comportamento tende a minimizzare così come non considera dannose le sue attenzioni assillanti e ossessive che gli servono per controllare i sentimenti di abbandono e separazione che percepisce.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Senso di colpa: cos’è e come sconfiggerlo con la terapia”
Stalker: profilo psicologico
Il profilo psicologico dello stalker presuppone la conoscenza delle diverse tipologie di stalker che, in generale, è un individuo con personalità debole, con la paura di essere abbandonato, che lo porta a legarsi ossessivamente a qualcuno.
Come riconoscere uno stalker, secondo Mullen e al. “Study of Stalkers” (1999), significa conoscerne I diversi profili:
- Il rifiutato: il suo comportamento è dovuto a un vero o presunto abbandono che disintegra la sua autostima. Il suo obiettivo è quello di cercare una riconciliazione o una vendetta con la persona che perseguita o tutte e due ed è una forma tra le più resistenti di stalker.
- Il risentito: vuole vendicarsi per un torto o un danneggiamento subito e cerca di rovinare e spaventare la vittima di stalking.
- Lo stalker che cerca un’intimità con un partner che idealizza e è convinto che i suoi sentimenti siano ricambiati.
- Il profilo psicologico dello stalker più pericoloso è “il predatore” che prova piacere nelle violenze sessuali, presentano parafilie e vengono arrestati per molestie sessuali e omicidio.
Profilo psicologico di altre tipologie di stalker
Nel profilo psicologico dello stalker di Zonae altri (1993) ci sono altre tipologie di stalker:
- L’ossessivo semplice che aveva una precedente relazione con la vittima e è stato maltrattato per cui cerca una specie di risarcimento.
- Lo stalker erotomane che secondo il DSM-IV-TR è un disturbo delirante, dove lui vede un amore romantico che idealizza.
- Lo stalking può essere attuato con personaggi famosi e diventa un amante ossessivo anche se non ha mai realmente conosciuto la vittima.
Cyberstalking
Cyberstalking assume un significato di stalking ancora più pesante perché le caratteristiche di personalità dello stalker come gli aspetti ossessivi compulsivi, depressivi, dissociativi o la mancanza di controllo degli impulsi, sono amplificati da Internet.
Con Internet e il mondo virtuale, infatti, lo stalking può scatenarsi con l’anonimato e pregiudicare la visione della realtà.
Nella mancanza di regole di Internet lo stalker nasconde facilmente i problemi di bassa autostima, insicurezza e competizione e protegge la sua carenza sociale.
Con i social può anche tutelare i suoi tratti esplosivi e implosivi e lo scarso controllo degli impulsi che possono convivere in Internet.
Cyberstalking cos’è
Ecco il molestatore molesto e assillante che si differenzia dallo stalker classico solo per i mezzi che impiega che sono legati ai social, come computer, cellulari, tablet, WhatsApp, Snapchat o Skyper attraverso i quali può soddisfare le sue necessità ossessive che, attraverso la tastiera comunica alla sua vittima tutta la sua aggressività e la sua rabbia.
E’ una specie di pedinamento, di controllo e che la rete rende più facile mettere in atto le sue persecuzioni ma anche diventa più difficile dimostrarle per mancanza di elementi e, di conseguenza, denunciarle.
I cyberstalker sono facilitati dall’uso di internet per recepire informazioni personali e agire con la protezione dell’anonimato e per agire indisturbato mentre la vittima potrebbe sentirsi portata a mettere in atto comportamenti che nella vita reale non farebbe mai.
Cyberstalking conseguenze
La vittima potrebbe sviluppare un Disturbo Post Traumatico da Stress dovuto agli stati di ansia e di paura e insicurezza che si creano sentendosi pedinata virtualmente e seguita in tutto quello che fa e spesso ha molta difficoltà a chiedere aiuto per pregiudizi e la paura di essere giudicata.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Le relazioni sociali”
Questa grande paura e impotenza porta la vittima ad avere disturbi del sonno, irritabilità, difficoltà di concentrazione, sensazione di non avere più affetti o progetti per il futuro, bassa autostima e rimuginamento sull’evento traumatico che fanno produrre un forte stress.
In tutto questo, per poter aiutare la vittima c’è spesso la necessità di introdurla in un percorso di psicoterapia per risolvere le problematiche ansiose e di solitudine che si creano con questo tipo di problema e che, attraverso l’alleanza terapeutica, si può alleviare e dando più forza e autostima e entrando in contatto con le proprie emozioni e i propri bisogni.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è la Psicoterapia: Psicoanalisi e altre terapie”
Stalking, Mobbing Harassment.
- Lo stalking è una situazione dove il molestatore è assillante nell’ avere una serie di comportamenti ripetitivi e intrusivi e sgraditi alla vittima, con appostamenti, telefonate, aggressioni anche fisiche fino alla predazione sessuale.
- Il mobbing lo si sperimenta all’interno dell’ambiente di lavoro o di scuola dove la vittima subisce strategie comportamentali volte a minare la sua esistenza distruggendola sul piano psicologico, sociale e professionale fino a minare la sua dignità e autostima.
- L’Harassment è un comportamento dove c’è un contatto fisico molesto anche a carattere sessuale come: approcci fisici, verbali aggressivi, battute a sfondo sessuale o maldicenze spesso da superiori o colleghi.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Come aumentare l’autostima”
Lo stalking sul lavoro
Lo stalking sul lavoro o stalking occupazionale è riferito a atti persecutori perpetrati da colleghi o da superiori tali che la vittima si sente perseguitata e impaurita al punto da cambiarle la vita.
I casi di stalking lavorativo sono diversi dal mobbing che riguardano l’ambiente di lavoro per emarginare un collega o rendergli la vita lavorativa pesante e difficile e non nella vita privata.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Stalking, almeno il 20% degli italiani è stata vittima di atti persecutori almeno una volta nella vita e il 15% nell’ambiente lavorativo, sia nelle grandi che nelle piccole imprese.
L’Osservatorio riferisce che lo stalker nel 75% dei casi, è un uomo e nel 25% è una donna con età tra i 21 e i 45 anni.
La vittima di stalking lavorativo
La vittima di stalking lavorativo è una persona conosciuta sul luogo di lavoro che con lo stalker ha avuto un’incomprensione o un’interpretazione sbagliata nella comunicazione nell’ambito lavorativo.
Potrebbe anche trattarsi di un proseguimento di un atto di mobbing che viene strategicamente portato ad un livello più pesante per la vittima di stalking.
Se lo stalker non ottiene il risultato voluto, potrebbe continuare anche nella vita privata con una serie di minacce associate anche ad episodi di molestie sessuali.
La vittima di stalking subisce psicologicamente gravi danni perché la sua vita viene stravolta e non riesce più a fare quello che prima le dava piacere come lo sport, lo shopping o le uscite con gli amici.
E’ costretta a cambiare casa o numero di telefono per depistare il suo persecutore modificando totalmente il suo modus vivendi.
Da vari studi risulta che la vittima ha disturbi post-traumatici da stress (PTSD) molto pesanti, paragonabili a chi ha subito gravi incidenti o rapine.
Disturbi psicosomatici, avversione sessuale, vaginismo, disturbi del sonno e dell’appetito o abuso d’alcool sono i disturbi che riportano più comunemente le vittime di stalking.
Indubbiamente i social contribuiscono a creare una falsa intimità e a dare allo stalker più armi per il controllo della sua vittima, avendo anche un’incapacità a tollerare gli abbandoni e le frustrazioni.
Stalking sulle donne
Solitamente sono le donne ad essere soggette del reato di stalking, donne di tutte le età, anche ragazzine, e l’obiettivo dello stalker è quello di poter avere una relazione con la vittima. A volte si tratta di ex che vogliono recuperare un amore non corrisposto o finito male, oppure vogliono semplicemente vendicarsi per il fatto di essere stati lasciati.
Purtroppo succede che dalla fase iniziale di disturbo e molestie si passi alla violenza fisica da parte dello stalker.
L’articolo 612 bis dice che il reato di stalking è punibile con la reclusione da sei mesi a quattro anni, e da quando è stata introdotta
la legge sullo stalking le denunce in questo senso sono in poco tempo più che raddoppiate, sintomo che prima non si denunciava per mancanza di tutela.
Il testo argomentativo sulla violenza sulle donne comunica che la violenza di genere, come lo stalking sulle donne, è un fenomeno in crescita a livello mondiale.
In Italia il 19% delle donne nella vita ha subito violenze fisiche o sessuali, il 38% abusi psicologici e il 9% stalking, quasi sempre da ex partner.
Come comportarsi con uno stalker
Per sapere come comportarsi con uno stalker è importante sapere che lo stalking è un reato penale disciplinato dalla Legge 23 aprile 2009, n°38.
La definizione di reato di stalking, ai sensi dell’art.612 bis cp, prevede che: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato d’ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita…”
Prima di tutto per difendersi dagli atti persecutori dello stalker la cosa principale è quella di non negare il problema sottovalutando il rischio e i pericoli.
Bisogna adottare precauzioni informandosi e cercando di adottare comportamenti che possano scoraggiare e rendere difficile allo stalker mettere in atto i suoi progetti.
E’ importante diventare più prudenti nelle abitudini giornaliere e di routine.
Se ci sono richieste di incontri o relazioni è necessario essere molto fermi nel rifiutare sempre gli incontri in maniera chiara e decisa senza lasciare spazio ad altre parole che potrebbero rinforzare lo stalking.
Se si pensa che lo stalker ci stia seguendo non andare a casa o da persone amiche per non dargli altre informazioni di dove viviamo.
Se ci sono minacce telefoniche non bisogna cambiare numero perché questo aumenterebbe la rabbia dello stalker, ma è meglio avere un’altra linea e rispondere sempre meno alla prima.
Bisogna cercare di produrre prove per poi portarle alla polizia cercando di non lasciarsi andare alla rabbia o alla paura.
Il numero minimo delle molestie per la denuncia sono due se alterano le abitudini di vita o provocano turbamento emotivo nella vittima.
In alternativa alla querela è possibile presentare una richiesta al Questore per ammonire lo stalker senza aprire un procedimento penale ma solo per fargli capire la serietà delle intenzioni della vittima.
Vittima di stalking: conseguenze e trattamento
La vittima dello stalking, anche se subito per un tempo breve, produce sempre una grossa sofferenza psicologica che potrebbe diventare una ferita cronica.
I disturbi di una situazione dovuta a situazioni di stalking sono: ansia molto forte, insonnia, chiusura verso le relazioni e paura continua e persistente come nel Disturbo Post Traumatico da Stress.
Tutto questo naturalmente si rispecchia anche nella vita familiare e di coppia con la nascita di problematiche lunghe e difficili nel tempo.
Le vittime di stalking devono cercare un aiuto per riuscire a ristabilire il loro equilibrio sociale e familiare al fine di ridurre lo stress e arrivare ad una guarigione.
Attuando una psicoterapia cognitivo comportamentale è possibile sostenere la vittima perché si renda conto della realtà e dei suoi timori per riportarla alla sua vita normale di prima.
Deve riprendere stima di se stessa e ritrovarsi, anche attraverso la psicoterapia, in un ambiente dove sarà capita e non giudicata e dove potrà esprimere tutte le sue angosce e trovare una soluzione con strategie appropriate.
Bibliografia
- L. Abazia, Il lato oscuro dell’amore, Franco Angeli, Milano 2015.
- U. Galimberti, Il filosofo elettronico, La Repubblica delle donne, 2007.
- Aramini M., Lo stalking: aspetti psicologici e fenomenologici, in Gulotta e Pezzati (2002).
- Mascia I. e Oddi G., Storie di ordinaria persecuzione, Magi, Roma 2006.
- Oliverio Ferraris A., Stalker il persecutore, “Psicologia Contemporanea”, N. 164, pp. 18-25 (1999).
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