Parliamo di educazione sessuale e di come il sesso tra giovani sia problematico perché ancora oggi, abbiamo delle difficoltà a parlare di sesso e c’è una grande impreparazione.
Quale rapporto hanno oggi i giovani con l’educazione sessuale?
Quale rapporto hanno oggi i giovani con l’educazione sessuale?
Dobbiamo essere pronti ad ascoltare gli adolescenti che pongono domande e chiedono consigli sul sesso, su come fare sesso la prima volta, sulla masturbazione, sulla contraccezione, sull’aborto o sulle malattie sessualmente trasmesse.
Il MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) continua a negare l’educazione sessuale come materia scolastica che è nata ufficialmente in Svezia e è diventata obbligatoria in tutte le scuole nel 1955.
Ci dobbiamo rendere conto che, spesso, la comunicazione con i genitori, la scuola o i mezzi d’informazione risulta negativa, insufficiente e priva di contenuti che possono essere utili agli adolescenti, soprattutto per quello che riguarda la scoperta dei primi rapporti sessuali nell’adolescenza, che è una fase delicata della crescita.
Abbiamo la necessità di condividere con i ragazzi spazi di formazione e informazione dove l’educazione in ambito affettivo e sessuale diventa molto importante anche perché nei giovani c’è scarsa cognizione dei pericoli per la propria e altrui salute per comportamenti poco consapevoli e spesso a rischio.
Un’indagine della Rizzoli Larousse è stata condotta su un campione di ottocento adolescenti tra i dodici e i diciotto anni dove si è concluso che l’argomento che interessa maggiormente i giovani è il sesso e che l’89% vorrebbe parlarne anche a scuola e che meno della metà (49%) è solito usare il preservativo.
In modo analogo gli adolescenti sono in un’età dove la forte emotività indirizza pensieri e atteggiamenti e l’educazione sessuale deve riguardare anche tutta la parte affettiva e di prevenzione per le malattie sessualmente trasmesse e la contraccezione.
D’altra parte i giovani riguardo a sesso e sentimenti cercano risposte semplici e chiare e hanno bisogno di rassicurazioni che insegnanti e genitori poco preparati, non riescono a dare.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “ Benessere sessuale e affettivo“
L’educazione sessuale nella scuola è ancora molto scarsa, se non assente, e bisogna anche incentivare il dialogo con le famiglie in maniera aperta, senza timori o pregiudizi affrontando anche il tema delle emozioni e del rispetto reciproco per far diventare i nostri ragazzi degli adulti sessualmente e emotivamente sani e consapevoli.
Vediamo come il distanziamento sociale dovuto al Covid abbia peggiorato la situazione facendo aumentare l’aggressività, la depressione, la solitudine e rendendo i giovani ancora più fragili e insicuri e bisognerebbe riabituarli a parlare e a confrontarsi su temi così importanti per la loro crescita come la sessualità e l’affettività.
Introduciamo l’argomento dell’educazione alla sessualità con questo brevissimo video:
Sesso tra giovani: indagine Eurispes
Millennials italiani, che rapporto con il sesso?
L’indagine Eurispes del sesso tra giovani ci presenta un’immagine hot degli italiani tra i 18 e i 30 anni dalla quale scaturiscono, forse, risultati che non ci attendavamo e che ci possono servire per sapere come comportarci.
Il rapporto Eurispes “Sesso, erotismo e sentimenti: i giovani fuori dagli schemi” tramite la somministrazione di un questionario online rivela che:
- 44% dei giovani tradisce;
- Otto su dieci praticano l’autoerotismo;
- 54% vorrebbe praticare il Bdsm ( bondage, dominazione, sottomissione, sadismo e masochismo);
- 55,1% sono giovani che hanno lo “scopamico”;
- 17,5% degli adolescenti si dedica spesso al sexiting e trasgrediscono di più quelli che vivono nel Nord Est.
Ma ancora più importante è l’uso del contraccettivo:
- 10,4% non li usa mai;
- 13,4% raramente;
- 12,4% dice di usarli qualche volta;
- 23,9% li adopera spesso;
- 39,9% li usa sempre, quindi un totale di 60,1% è il meno prudente.
Per quello che riguarda l’omosessualità i dati sull’uso del preservativo sono molto preoccupanti perché:
- 26,5% non li utilizza mai;
- 51,1% li usa saltuariamente;
- 22,4% li usa sempre.
Possiamo poi vedere che la contraccezione viene fatta molto di più al Nord Ovest ( il 52,4%) mentre al Centro e al Sud ci sono percentuali elevate di chi non la fa ( il 12,7% e il 13,3%).
Quando andiamo a vedere la ricerca scopriamo che l’autoerotismo è praticato soprattutto da coloro che la considerano una componente normale della loro esistenza e con una formazione scolastica tipo master, specializzazione o dottorato (70,5%).
In particolare, se prendiamo in considerazione l’uso di sexy toys notiamo che sono i più giovani ad usarli di più ( 47,4% hanno tra i 18 e 24 anni e il 38,8% hanno tra i 25 e 30 anni) e anche l’uso dei materiali pornografici è del 71,3% e guardare foto e video pornografici è molto diffuso tra i giovani omosessuali.
Ancora di più c’è un’esplosione del sexiting (6 giovani su 10) che è una condivisione di video, foto o in forma verbale di prodotti sessuali molto espliciti che, come abbiamo già letto anche sui giornali, possono portare alcuni giovani a gesti estremi perché si sono ritrovati su Internet alla portata di tutti.
Giovani e sesso
Cosa possiamo dire, quindi, dei giovani e il sesso? Se ad esempio, parliamo di fare “sesso a pagamento” il risultato è che diventa accettabile per il sesso maschile (24,7%) mentre è del tutto inaccettabile per le donne (52%) cioè la sessualità, in ogni caso, è percepita con una vera e propria diversificazione dal genere maschile e da quello femminile. Così come per la masturbazione che, sia per i giovani che per le giovani, è vissuta e valorizzata in misura uguale forse per i passaggi di liberazione della donna negli anni, come invece la dimensione affettiva collegata all’eros risulta inderogabile per le giovani piuttosto che tra i ragazzi.
Per lo stesso motivo il matrimonio, per quello che riguarda la dimensione pubblica della coppia, è considerato un rapporto più contenitivo per le pulsioni sessuali di quanto lo possa essere la convivenza.
Quando invece si tratta di sesso occasionale, i ricercatori pensano che le risposte delle donne siano influenzate da condizionamenti sociali perché le risposte sono che il 44% dei giovani sposati ha rapporti fuori del matrimonio e i maschi sono il 10% in più delle femmine ( 27,7% contro il 17.3%).
Possiamo dedurre da tutto ciò che pur essendo gli italiani poco fedeli sono anche i più tradizionalisti perché non amano la coppia aperta e pochi ( 20,7%) il rapporto a tre.
Infine anche se gli italiani sono tradizionalisti nel rapporto sessuale, le attività come bondage, sadismo e masochismo, dominazione e sottomissione stimolano molto la loro curiosità e fantasie erotiche (54,8%).
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Sesso Estremo: Piacere o Dipendenza?“
Le generazioni dei più giovani principalmente che problemi hanno e per quali ragioni?
Sicuramente la cosiddetta “ansia da prestazione” è una preoccupazione che i giovani hanno per la paura di non mantenere l’erezione e nemmeno di raggiungerla e, di conseguenza il timore della brutta figura e del giudizio che ne deriva dal gruppo dei pari e che li mette inevitabilmente in crisi perché coinvolge sia il funzionamento del loro corpo, sia le relazioni e la comunicazione con gli altri.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo “I disturbi sessuali e la loro origine psicologica“
Indubbiamente viviamo in un mondo che è sempre più portato a chiedere prestazioni sempre maggiori per riuscire a dimostrare continuamente e in ogni occasione che ce la possiamo fare e che siamo i migliori anche sul piano emozionale e sessuale dove le ansie nascono facilmente e dove vengono create aspettative con confronti che spesso non sono realistici ma che contribuiscono a produrre ansia.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Disfunzione erettile: cause e rimedi all’impotenza maschile“
Da tutto questo che risultati ne derivano per i giovani? Sembra che ultimamente la spinta sessuale, e il desiderio si siano attenuati come se non riuscissero più a vivere il sesso come portatore di conoscenza e felicità ma come contenitore di problemi difficili e impegnativi che portano ansia e che, quindi è meglio non fare e cercare attività più facili.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo sul “Desiderio e attrazione sessuale“
La pandemia ha, purtroppo portato a vedere i problemi ancora più pesanti di quello che sono togliendo il contatto con gli altri che è importante e necessario ai giovani per parlare, confrontarsi e argomentare su temi come l’identità di genere e l’orientamento sessuale e dove la domanda fondamentale è:”chi sono io?”.
Amici di letto e scopamici
In modo analogo “gli amici di letto” o come dicono oggi gli “scopamici” sono diffusi nella maggioranza (55,1%) e almeno una volta durante la relazione e specialmente nel Centro Italia.
Sicuramente non è semplice gestire una relazione che prima era solo amicizia e poi diventa anche rapporto sessuale perché c’è il pericolo che prima o poi si perda sia l’amico che il partner.
C’è la necessità di separare lo scopamico dai sentimenti che possono insorgere dopo averci fatto sesso e non mischiare l’affettività con l’attività sessuale e capire che dopo la persona non sarà più l’amico di prima.
Se non ci fosse la possibilità di mantenere l’amico di letto su un piano di puro piacere e leggerezza meglio andare via e lasciare tutto perché insorgeranno sicuramenti fraintendimenti, gelosie e aggressività.
Oltre a questo, la relazione con lo scopamico è meglio che resti segreta e discreta per non incorrere in gossip tra il gruppo di persone che si frequentano e che rovinerebbe l’atmosfera amicale e porterebbe a litigi e separazioni.
Soprattutto ricordiamoci che la parola “leggerezza” deve diventare la più importante nella relazione con uno scopamico e il piacere è l’obiettivo finale perché con l’amico di letto possono essere messe in atto anche fantasie sessuali mai osate prima.
Dobbiamo, però anche renderci conto che è una situazione che ci serve per protezione e rifugio, per non affrontare le responsabilità di una vera e propria relazione, per non metterci in gioco e per non rischiare, ed è per questo che bisogna avere delle regole: più regole ci sono e più riusciamo a gestire la situazione.
Quali regole in una scopamicizia? Intanto la durata che deve essere breve, intensa, senza pretese e coinvolgimenti, e, specialmente non dobbiamo avere più le confidenze che facevamo all’amico e nemmeno corteggiamenti o attenzioni che implicano affetto ma solo segretezza e sincerità perché ci si può dire tutto in piena libertà senza la paura di offendere l’altro.
Educazione sessuale a scuola
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sono anni che ha dettato delle linee guida per l’educazione sessuale a scuola e questo ha mosso critiche da tutte le parti con molte polemiche non costruttive.
Con questo obiettivo l’OMS ha raccomandato che l’ educazione all’affettività e alla sessualità inizi nella primissima infanzia e attraverso un percorso che deve essere scandito dall’età e metta consapevolmente al corrente i giovani sui pericoli delle malattie a trasmissione sessuale.
In ogni caso l’educazione sessuale deve portare a elaborare da parte dei giovani, dei comportamenti corretti e responsabili nella coppia anche durante l’adolescenza per poi essere preparati ad affrontare la coppia adulta.
Intendo che la sessualità deve avere un percorso di conoscenza strutturato come quello della scuola e deve essere all’altezza di un’ educazione all’affettività e alla sessualità per bambini e per ragazzi.
Cosa dice l’OMS?:
Educazione sessuale e affettività e linee guida OMS
In particolare le linee guida OMS educazione sessuale ha l’obiettivo di condividere questo percorso fin dalla nascita coinvolgendo anche i genitori, le istituzioni e la società partendo da:
- 0 a 3 anni: il neonato è alla scoperta di sensazioni che provengono dal suo corpo, per cui bisogna stimolare la recezione degli stimoli positivi e informazioni sui limiti e i bisogni che possono essere facilitati e compresi attraverso i giochi.
- 4 a 6 anni: in questa fase gli educatori e i genitori assumono molta importanza perché saranno loro ad insegnare l’educazione sessuale per bambini, che cominceranno a conoscere l’altro sesso, il senso del pudore e del rispetto dell’altro attraverso semplici spiegazioni e informazioni sul sesso.
- 6 a 9 anni: sarebbe fondamentale l’educazione sessuale nelle scuole perché i bambini devono ricevere informazioni su mestruazioni, eiaculazione, contraccezione, malattie sessualmente trasmesse e sulla violenza sessuale imparando il concetto di sesso consensuale.
- 9 a 12 anni: lo standard di educazione sessuale in Europa raccomanda, essendo i primi rapporti sessuali più precoci, di parlare e conoscere l’uso del preservativo. Così come bisogna mettere i bambini nelle condizioni di conoscere e rifiutare esperienze sessuali indesiderate.
- 12 a 15 anni: è l’età in cui i rapporti sessuali nell’adolescenza sono intrisi di punti interrogativi su: prima volta per entrambi, come si fa l’amore per la prima volta, omosessualità, dipendenza da masturbazione e innamoramento e amore.
- Dai 15 anni: devono poter conoscere la possibilità di una relazione equilibrata e che dia piacere affettivo ed emozionale oltre al sesso. Devono essere consapevoli della responsabilità di una gravidanza e su tutti i metodi contraccettivi e abortivi oltre alle conseguenze psicologiche a cui possono portare.
Ci rendiamo conto di quanto l’educazione all’affettività e alla sessualità sia importante anche confrontandoci con gli altri pesi europei come: Svezia, Olanda, Polonia, Romania, Francia, Austria, Germania e Regno Unito dove è obbligatoria, mentre in Italia non esiste una legge.
Abbiamo visto che secondo Oms Europa e il Centro Federale per l’Educazione alla salute (BZgA) tedesco, l’educazione sessuale a scuola deve iniziare già al nido per riuscire a sviluppare nei giovani un modo di vivere la sessualità appagante ma anche responsabile verso se stessi e gli altri.
Per di più, i rapporti sessuali nell’adolescenza si configurano come autentici strumenti per la maturazione della sfera affettiva, cognitiva e relazionale e dobbiamo considerarli delle tappe molto significative per l’identità sociale e individuale dei giovani.
Secondo la psicoanalisi non è la stimolazione genitale durante il rapporto sessuale che genera piacere, ma il significato inconscio attribuito alle percezioni create da quelle stimolazioni a generarlo.
D’altra parte per Jung la pulsione sessuale è una manifestazione simbolica di qualcos’altro cioè di un’attrazione verso l’ignoto, l’oscuro, che troviamo in ogni relazione, per cui l’atto sessuale diventa fonte di piacere in quanto espressione di creatività.
Per lo stesso motivo anche le tappe evolutive dell’adolescenza possono essere considerate una spinta verso la vita e verso la crescita della mente dove c’è, però, molta conflittualità che ha la necessità di comprensione e spiegazione.
Solo se la sessualità viene proposta attraverso il rispetto delle tappe evolutive dei ragazzi, ci sarà la possibilità di comunicare informazioni importanti e fondamentali su trasmissione di malattie sessuali, gravidanze indesiderate e rapporti violenti o indesiderati.
Per questa ragione è necessario coinvolgere e diffondere le informazioni sulla sessualità anche ai genitori e agli insegnanti per aiutare i ragazzi a crescere in maniera consapevole e serena e, in tal modo i ragazzi non saranno spinti a rapporti sessuali precoci, ma ad avere un’ educazione all’affettività e alla sessualità che gli permetta di diventare degli adulti rispettosi dell’altro e felici.
Inoltre, l’educazione sessuale è utile e importante anche per la diagnosi tempestiva di problemi quali eiaculazione precoce, eiaculazione ritardata, vaginismo e anorgasmia, tutti disturbi sessuali importanti.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo “Eiaculazione Precoce: Cause e Rimedi” e anche “Vaginismo: Sintomi, cause e terapia”
I giovani e la pornodipendenza
Sappiamo che nei giovani la porno dipendenza aumenta e sembra che l’allarme lanciato dalla Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità sia piuttosto grave perché un giovane su quattro è a rischio di dipendenza dal sesso e dipendenza da masturbazione.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo “Dipendenza dal sesso, tipologie, cause, sintomi, terapie“
In particolare, al giorno d’oggi coloro che usano siti pornografici sono circa otto milioni e il 10% sono minorenni che li scaricano da internet e hanno un’età tra i 14 e i 16 anni ( 46% femmine e 71% maschi).
D’altra parte, il canale principale per la pornografia è proprio l’accesso ad internet e l’età diventa sempre più precoce per ricevere in regalo uno smartphone dove i giovani entrano in contatto con contenuti espliciti e all’accessibilità ai siti pornografici.
La dipendenza pornografica è stata inserita nel Manuale Diagnostico DSM-5 come voce secondaria nell’insieme dei disturbi inerenti la sessualità per la scarsa presenza di dati che dovrebbero costituire la base per una diagnosi e per definirla.
Sappiamo che il porno dipendente ha una dipendenza sessuale caratterizzata da una compulsione per la pornografia che si sviluppa attraverso l’aumento progressivo del tempo dedicato all’uso delle immagini pornografiche.
Come possiamo non pensare all’enorme impatto che tutto ciò può avere sulla sessualità dei giovani?
C’è un vuoto educativo nella sfera affettiva che spesso viene riempito dalla pornografia che, soprattutto nei maschi, è diventata la strada all’educazione sentimentale e passare troppo tempo davanti ad immagini erotiche può produrre una diminuzione del desiderio sessuale.
Oltre a questo, il calo del desiderio è anche dovuto al fatto che la porno dipendenza isola la persona abituandola a non cercare contesti affettivi autentici verso un reale oggetto d’amore e producendo anche eiaculazione precoce che “risolve” velocemente lo stimolo sessuale senza il problema dell’altro.
A causa di questo disturbo ossessivo compulsivo, vengono tralasciate le relazioni inter personali e si perde interesse per una situazione affettiva reale con una specie di anoressia sessuale che porta a disinteresse e calo del desiderio sessuale che viene compensato solo dai filmati pornografici e produce anche sintomi di astinenza.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo “Disturbo ossessivo compulsivo (DOC): Cos’è e come combatterlo”
Perciò possiamo dire che la prima causa che crea la dipendenza pornografica è internet e il deep web con la disponibilità di materiale hard, ma influiscono anche alcuni fattori di personalità, lo stress famigliare o aver subito traumi sessuali infantili.
Questi dati presi da un articolo di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, ci fa notare che i giovanissimi consumatori fanno anche più facilmente “sexting” cioè inviano con il cellulare immagini proprie o altrui di nudi e di parti sessuali del corpo alla propria partner o agli amici incorrendo nel reato di revenge porn.
Quindi la conclusione della giornalista è di attuare un’educazione sessuale che metta anche in guardia dai pericoli del web e possa “accompagnare ad uno sviluppo sessuale sano, consapevole ed equilibrato”.
Educazione sessuale: il ruolo dei genitori
Come l’OMS raccomanda, l’informazione sull’educazione sessuale e il ruolo dei genitori è fondamentale perché devono essere loro stessi resi partecipi per diventare un veicolo informativo per i loro figli insieme agli insegnanti e alla scuola.
E’ una responsabilità dei genitori, un loro dovere perché la famiglia dovrebbe rappresentare il primo luogo dove i ragazzi possono trovare la possibilità di parlare di sessualità, affettività e emotività che sono temi importanti e delicati che accompagnano la crescita di ogni persona.
Di conseguenza l’educazione sessuale e affettiva deve servire ai ragazzi per conoscere la loro sfera più intima senza censure, e dovrebbe servire, attraverso giusti riferimenti educativi alla loro evoluzione biologica, psicologica e sociale.
Persino Papa Francesco ha parlato dell’importanza dell’educazione sessuale: “un’educazione sessuale che sia oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se si fa un’educazione sessuale piena di ideologia, allora si distrugge una persona. Il sesso, come dono di Dio, ha bisogno di essere educato, non con rigidità ma tirando fuori il meglio delle persone, accompagnandole nel cammino”.
In che maniera i genitori possono aiutare i figli?
Soprattutto è importante che i genitori si rendano conto che devono proporre un modello educativo che deve dare ai bambini e ai ragazzi informazioni esatte e complete sulla sessualità con un approccio positivo e sereno che gli permetta di diventare adulti responsabili.
Per riuscire a fare questo i genitori devono capire che, se loro stessi hanno delle difficoltà a parlare di sentimenti e di sesso, lo comunicheranno inconsciamente ai figli che non sentiranno di chiedere spiegazioni sull’argomento.
Perciò il genitore deve cercare di essere un buon osservatore dei suoi figli e fare delle domande non inquisitorie ma che aprano a un dialogo a 360 gradi, anche sulla sessualità, ponendo attenzione alla relazione che hanno con loro e dedicandogli momenti in cui possano essere totalmente presenti e disponibili.
Capisco che non sia facile fare ciò, specialmente quando i genitori non sono loro stessi preparati a dare consigli sul sesso, ma possono cercare informazioni attraverso libri o persone che possono essergli di aiuto e che gli insegnino linguaggi e contenuti commisurati all’età dei figli.
Se, poi, un genitore dovesse capire che il figlio è in una situazione pericolosa di dipendenza pornografica, diventa la persona più importante per cercare di convincere i ragazzi a rivolgersi a psicoterapeuti esperti nelle dipendenze per fare un percorso riabilitativo.
Anche per questo motivo diventa fondamentale il rapporto tra le famiglie e la scuola per poter aiutare i ragazzi e, quindi, bisogna assolutamente attuare l’educazione sessuale nelle scuole fin dalla prima infanzia come propone OMS.
Bibliografia
- Galimberti U., La parola ai giovani, Feltrinelli, Milano 2018
- Galimberti U., La parola ai giovani, Feltrinelli, Milano 2018
- Galimberti U., L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli, Milano 2007
- Miller A., Il bambino inascoltato, Bollati Boringhieri, Torino 1989
- FISS ( Federazione Italiana Sessuologia Scientifica), Abstract Book II Congresso Nazionale, Strategie per la salute sessuale, 27-28 Gennaio 2006
- Giommi R., Perrotta M., Le paure del sesso, Edizioni Del Cerro, Firenze
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