La differenza tra psicologo e psicoterapeuta riguarda, principalmente, l’approfondimento del percorso di studi e il tipo di attività professionale, con un denominatore comune che è quello di curare il disagio psicologico.
Come psicologa e psicoterapeuta a Padova tengo a sottolineare certi aspetti e differenze
Cominciamo con un mio brevissimo video introduttivo:
Di seguito l’indice dei temi che affronteremo in questo articolo:
Come diventare psicologo
Psicologo si diventa attraverso una laurea in psicologia che, alla sua nascita, era quadriennale, per poi diventare quinquennale e nel 2001 anche triennale con il titolo di “dottore in Tecniche Psicologiche”.
Lo psicologo ha studiato psicologia e dopo la laurea ha fatto un tirocinio annuale per accedere all’esame di Stato per l’abilitazione professionale e l’iscrizione all’Albo professionale (sezione A), dell’Ordine degli Psicologi della sua regione.
Solamente l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi attraverso l’Albo da diritto a utilizzare il titolo di “Psicologo”, altrimenti bisogna usare il titolo di “Dottore in Psicologia”.
Il “Dottore in Tecniche Psicologiche” ha la laurea triennale e un tirocinio di sei mesi per un Esame di Stato che gli concede di iscriversi alla sezione B dell’Ordine degli Psicologi.
Il panorama che si pone davanti è molto variegato e bisogna definire in maniera precisa la figura dello psicologo dalle altre figure professionali che lo circondano.
L’Ordine degli Psicologi di ogni regione dà la possibilità di controllare l’iscrizione e il tipo d’iscrizione e il percorso formativo di ogni iscritto.
Laurea in psicologia: storia
Diventare psicologo significa avere una laurea in psicologia, ma la nascita del primo corso di laurea all’interno della facoltà di magistero, avviene dopo anni di dibattiti e discussioni.
La nascita di un nuovo corso di laurea in psicologia viene sancita con i decreti 183 del 21 luglio 1971 e 279 del 5 novembre 1971 con l’istituzione di un corso di laurea in psicologia nella facoltà di magistero a Padova.
Il corso di laurea in psicologia raggiunse grandi dimensioni così da pensare all’opportunità di dargli un aspetto autonomo staccandolo dalla facoltà di Magistero e trasformandolo in Facoltà con un decreto del Ministero dell’Università il 1° novembre 1992.
Negli anni ’80 vari fattori hanno dato luogo a due svolte istituzionali con l’approvazione della legge Ossicini nel 1989 che diede il primo albo professionale e ordine degli psicologi.
Per un approfondimento sul tema della psicologia può esservi utile anche guardare questo video di un intervento del Prof. Umberto Galimberti
Codice deontologico psicologi
La funzione deontologica del codice deontologico degli psicologi, consiste nel giudizio che il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi formula in merito al comportamento professionale di un iscritto, segnalato per presunta irregolarità da una istituzione, da un collega o da un cittadino.
- Articolo 1, degli articoli che in totale sono 42, dice che le regole del Codice Deontologico sono vincolanti per tutti gli iscritti all’Albo degli psicologi, e lo psicologo è tenuto alla loro conoscenza e l’ignoranza delle medesime non esime dalla responsabilità disciplinare.
- Articolo 3, dice che lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità.
In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stesse e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace.
- Articolo 4, dice che, nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni.
Lo psicologo ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a:
- Religione;
- Etnia;
- Nazionalità;
- estrazione sociale;
- stato socio-economico;
- sesso di appartenenza;
- orientamento sessuale;
- disabilità.
- Articolo 5, dice che lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera e la violazione dell’obbligo di formazione continua, determina un illecito disciplinare.
Le competenze differenti tra psicologo e psicoterapeuta
Competenze dello psicologo
Le competenze dello psicologo con laurea quinquennale e iscrizione all’Albo degli psicologi (sezione A), sono in diversi ambiti:
- nel settore scolastico per il recupero di soggetti che hanno problemi di integrazione;
- in ambito sportivo per il miglioramento delle performance;
- nel settore accademico per la ricerca e l’insegnamento;
- clinico occupandosi di disagi psichici.
Lo psicologo clinico usa strumenti come il colloquio con il paziente, valutando il disagio mentale o prevenendolo e rendendolo consapevole delle sue capacità, promuovendo uno stile di vita che possa rafforzarlo nella sua autostima e autonomia, dandogli un sostegno adeguato.
Questi interventi non sono da considerarsi come terapia che, come qualsiasi terapia, è ambito dello psicoterapeuta essendo l’unica figura professionale abilitata alla pratica della psicoterapia, ossia per la cura dei disturbi psicopatologici del singolo, della coppia o della famiglia.
Differenza Psicologo Psicoterapeuta
Lo psicologo psicoterapeuta può essere laureato in psicologia o in medicina ( art.3 della legge 56/89) e deve essere iscritto all’ Albo degli psicologi o all’Albo dei medici.
Lo psicoterapeuta deve acquisire una specifica formazione quadriennale presso le scuole di specializzazione riconosciute dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR).
Per la cura e il trattamento dei disturbi psicopatologici lo psicoterapeuta userà i suoi principali strumenti di lavoro che sono il colloquio clinico e la relazione terapeutica (interazione fra lo psicoterapeuta e il paziente) ed è l’unico abilitato a farlo.
Quando andare dallo psicoterapeuta
La scelta di quando andare dallo psicoterapeuta invece che dallo psicologo è per il diverso livello di preparazione e di problema psicologico.
La preparazione di uno psicoterapeuta risulta più accurata e approfondita rispetto a quella di uno psicologo avendo fatto, durante il suo percorso di formazione quadriennale, tutta una serie di studi e di esperienze basate proprio sull’apprendimento di tecniche per la cura di varie patologie psichiche, come:
- disturbi di personalità;
- traumi psicologici;
- problemi sessuali;
- disturbi d’ansia;
- disturbi alimentari;
- attacchi di panico.
Le scuole di specializzazione quadriennali, per diventare psicoterapeuti, preparano con modelli formativi diversi tra loro e, quindi, è importante che il paziente s’informi bene su quello che andrà a fare nella psicoterapia che intraprenderà, attraverso notizie che troverà nel curriculum formativo dello psicoterapeuta.
Lo psichiatra, oltre alla specialità in psicoterapia, essendo un medico, potrà ordinare i farmaci, se sono necessari.
Psicoterapia
“L’attuale varietà dei modelli d’intervento psicoterapeutico comporta una difficoltà a trovare una definizione univoca di psicoterapia che possa essere condivisa da qualsiasi scuola o da tutti i terapeuti.
Tuttavia la maggior parte di questi dovrebbe poter concordare almeno su alcuni aspetti generali: in primo luogo che la psicoterapia rappresenti una modalità di intervento effettuato con mezzi prettamente psicologici che, pur attuati mediante procedure che differiscono fra loro per il diverso orientamento teorico cui si rifanno, sono finalizzati ad aiutare le persone nella soluzione dei propri problemi affettivi, emotivi, comportamentali, interpersonali di vario genere e a incrementare la qualità della vita.
Quindi la psicoterapia porta a cambiamenti personali che implicano uno sviluppo del modo di vedere, pensare, sentire, agire” (Lorenzo Cionini “Modelli di psicoterapia”).
Che cosa è la psicoterapia
Per sapere che cosa è la psicoterapia, il modello di riferimento deve condividere almeno quattro caratteristiche fondamentali:
- Una relazione interpersonale di tipo del tutto particolare fra paziente e psicoterapeuta che comporta un’alleanza a esclusivo beneficio del paziente;
- Un luogo specifico, il setting, all’interno del quale si svolge questa relazione e, sicuramente, nel quale tutto ciò che avviene è confidenziale e distinto dal resto delle normali attività e relazioni interpersonali;
- L’offerta, da parte dello psicoterapeuta, di nuove prospettive, nuovi modi di vedere o fare le cose diversi da quelli abituali e in grado di dare un senso a sensazioni confuse e indefinite;
- Un insieme di procedure o tecniche che specificano il modo di operare dello psicoterapeuta.
Oltre le caratteristiche che hanno in comune le diverse psicoterapie, differiscono, però, in altri punti di vista a seconda del modello di riferimento che hanno.
Fino a non molti anni fa le diatribe viste come “guerre di religione” fra psicoterapeuti di orientamento diverso erano molto forti, ma, per fortuna, negli ultimi anni assistiamo a un processo di integrazione fra modelli diversi.
Questo servirà, sicuramente, al benessere dei pazienti dandogli maggiore sicurezza e informandoli meglio sulla durata della terapia, su gli obiettivi che possono essere raggiunti con quella determinata psicoterapia.
Consulenza psicologica e sostegno psicologico
La consulenza psicologica e il sostegno psicologico (attività riservate solo agli psicologi) si distinguono dalla psicoterapia avendo differenze d’intervento.
- Sostegno psicologico è rivolto al benessere globale della persona che deve fronteggiare nel “qui e ora” una difficoltà, ed è basato sull’ascolto e sul supporto per superare il momento difficile.
- Consulenza psicologica è per aiutare una persona a risolvere un preciso problema definito e circoscritto (focus), con lo psicologo che guida attivamente il paziente per la soluzione del suo problema in un tempo breve di 10-12 sedute.
La psicoterapia, essendo una tecnica più profonda, non è per tutti e possono esserci dei limiti sia per le caratteristiche del paziente, sia dello psicoterapeuta:
- Limiti dovuti al tipo di modello teorico dello psicoterapeuta che potrebbe non andare bene per quel determinato paziente;
- Il problema che presenta il paziente potrebbe avere dei limiti per la psicoterapia e gli obiettivi si pongono;
- Limiti di carattere e compatibilità tra il paziente e quel determinato psicoterapeuta.
Il trattamento di psicoterapia deve sempre essere valutato accuratamente attraverso i primi colloqui tra paziente e psicoterapeuta.
Solo attraverso un’adeguata formazione dello psicoterapeuta, che non sia solo una preparazione teorica e tecnica, ma che sappia preparare a quelli che sono i limiti e i rischi della psicoterapia, è possibile valutare, aiutare e trasmettere ai pazienti la possibilità di guarire.
Cos’è il Counselling?
Il counselling è un intervento di supporto nei confronti di individui con problematiche di varia natura (come problemi relazionali, perdita del lavoro o malattie croniche) diretto al superamento delle difficoltà di adattamento rispetto a specifiche situazioni di tensione, cercando di stimolare le loro capacità di reazione.[1][2] Si occupa di problemi non specifici – ad esempio prendere decisioni o migliorare le relazioni interpersonali) e circoscritti a uno specifico contesto (famiglia, scuola, lavoro, etc). (Wikimedia Italia)
Lo psicologo Pio Scilligo nel 2007 scrive che :
“Il counselling è un intervento interpersonale nel quale due o più persone condividono saperi ed esperienze atte a creare le condizioni perché la persona che chiede aiuto scelga e decida in modo informato e autonomo di attivare comportamenti, pensieri e modi di sentire che soddisfino le intenzioni e le aspettative costruttive di vita propria e degli altri”
Psicoterapia: quali modelli
La psicoterapia ha dei modelli diversi secondo l’orientamento teorico della scuola alla quale si rifà lo psicoterapeuta.
Essa rappresenta un modello d’intervento fatto con mezzi psicologici che, anche se attuati da procedure di diverso orientamento teorico, è finalizzata a aiutare le persone per risolvere i loro problemi comportamentali, affettivi, emotivi e migliorare la qualità di vita.
Tra le più diffuse psicoterapie ci sono la:
- Psicoanalisi;
- Psicoterapia cognitivo-comportamentale;
- Psicoterapia cognitivo-costruttivista;
- Psicoterapia della Gestalt;
- Psicoterapia della famiglia nel modello sistemico-relazionale.
La psicoanalisi
La psicoanalisi o psicoterapia psicoanalitica, è una tecnica terapeutica fondata da Freud più di un secolo fa e, oggi, possiamo dire che esistono molte psicoanalisi essendosi frammentata in molte scuole.
Dalla psicoanalisi di Freud è nata la “psicologia analitica” di Jung, la psicologia individuale di Adler, l’analisi del carattere di Reich e le terapie corporee, la psicologia dell’Io, la teoria di Melanie Klein, la psicologia del Sé di Kohut e la scuola francese con Lacan.
Sono tutte derivate dalla stessa teoria, quella psicoanalitica, ma declinata in diversi setting o contesti lavorativi o tipi di pazienti.
Si pensava che la psicoanalisi dovesse durare vari anni, ma questo è vero anche per altre terapie per poter ottenere risultati importanti per il cambiamento di una persona.
E’ un cliché che può cambiare secondo lo psicoterapeuta o secondo quello che chiede il paziente, non per niente viene fatto verbalmente, all’inizio della psicoterapia, un “contratto terapeutico” dove vengono decise tutte le variabili.
La regola fondamentale della psicoanalisi consisteva nelle “associazioni libere”, cioè nel chiedere al paziente di dire tutto quello che gli passava per la testa senza censurare niente per attivare un tipo di funzionamento mentale spontaneo, armonico e libero da conflitti o difese.
Naturalmente abbiamo l’interpretazione dei sogni e il transfert, ma sarebbe molto difficile riuscire a spiegare cosa succede in una psicoterapia psicoanalitica se non leggendo gli undici volumi delle Opere di Freud edite dalla Boringhieri o intraprendere un percorso di terapia psicoanalitica.
Altra regola per la psicoanalisi è, come scrive Freud nell’VIII Volume della sua Opera, edito da Boringhieri “Introduzione alla psicoanalisi”: “Inoltre posso assicurarvi che siete male informati se supponete che l’influsso dell’analisi sia espressamente diretto a consigliare e a guidare nelle faccende della vita.
Al contrario, noi respingiamo per quanto ci è possibile la parte dei mentori, poiché ciò che più ci interessa è che l’ammalato prenda da sé le sue decisioni.
In questo intento gli chiediamo di rimandare per la durata del trattamento tutte le risoluzioni di vitale importanza, per quanto riguarda la scelta della professione, le operazioni commerciali, il matrimonio o la separazione, e di metterle in pratica solo dopo la fine del trattamento.”
Oggi la psicoanalisi è vista da molti psicoterapeuti come una tecnica con interventi diversificati a seconda dei bisogni del singolo paziente.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC) nasce dalla fusione di due modelli teorici e clinici:
- il comportamentismo e la terapia comportamentale da esso derivata;
- il cognitivismo e la terapia cognitiva associata.
Il comportamentismo e la terapia comportamentale hanno come passato filosofico:
- L’empirismo;
- Il positivismo;
- L’evoluzionismo;
- Il materialismo;
- Il pragmatismo;
Oggi la psicoterapia cognitivo-comportamentale è basata su interventi non rigidi ma adeguati ai casi dei singoli pazienti e a come procede la terapia dove, oltre al colloquio, vengono dati esercizi e compiti da fare a casa.
La TCC non si prefigge di eliminare i sintomi ma cerca di rendere il paziente più forte verso gli eventi di stress e di ansia per poterli affrontare meglio nel futuro.
La psicoterapia cognitivo-costruttivista
L’ottica della psicoterapia costruttivista dice che “ogni conoscenza è una costruzione generata da un osservatore in relazione alla sua struttura e alla sua esperienza”.
In psicologia il primo a proporre una prospettiva di questo tipo, anticipando molti presupposti che stanno alla base dell’ottica costruttivista, fu Jean Piaget.
Psicoterapia della Gestalt
Gestalt è una parola tedesca che corrisponde al significato di “struttura unitaria” che è il concetto insiemistico della omonima psicologia della percezione.
La Gestalt è figlia della psicoanalisi ma con varie differenziazioni e dove il nucleo centrale di questo approccio viene definito “Teoria del Sé”.
La chiave interpretativa del disagio psicologico dell’individuo sono riconducibili a disfunzioni nella relazione individuo/ambiente.
Importante è il “qui ed ora”, e anche se ci sono eventi passati che causano difficoltà, questi sono connessi al suo agire oggi, il passato e il futuro sono nel qui ed ora del presente vissuto.
La psicoterapia della Gestalt cerca di far acquisire consapevolezza, facendo emergere i conflitti, e le modalità per affrontarli e, se lo scegliamo, di cambiare i nostri schemi insoddisfacenti.
Psicoterapia della famiglia nel modello sistemico-relazionale
La psicoterapia sistemico-relazionale si propone come una disciplina che coglie i processi di crescita e i segnali di disagio relazionale di una persona, all’interno delle relazioni dell’intera famiglia.
L’introduzione della prospettiva sistemica allo studio della famiglia si deve al gruppo di Palo Alto con Watzlawick e altri, dove la chiave d’accesso alla famiglia è data dal disagio psicologico individuale.
La psicoterapia sistemico-relazionale tenta di abbinare un certo modo di comunicare con una specifica sintomatologia e si propone di aiutare le persone a comunicare meglio tra loro perché ipotizzano che le famiglie abbiano la tendenza a mantenere lo status quo fatto di regole rigide di comunicazione.
Psicoterapeuti familiari si definiscono anche psicoterapeuti sistemico-relazionali perché hanno cercato di integrare teorie sistemiche con alcuni capisaldi della teoria psicodinamica.
Fino dall’inizio del movimento della terapia familiare ci sono state profonde differenze sia per il ruolo dello psicoterapeuta, sia per i modelli di intervento.
Bibiografia
- Freud S., (1904) “ Psicoterapia”, Opere, 4, Bollati Boringhieri, Torino.
- Cionini L. (2018), “Modelli di psicoterapia”, Carocci editore, Roma – “La psicoterapia cognitivo-costruttivista”.
- Migone P. (2010), “Terapia psicoanalitica. Seminari”, Angeli, Milano.
- Safran J.D. (2012) “Psicoanalisi e terapie psicodinamiche”, Raffaello Cortina, Milano.
- Zerbetto R., (1998),” La Gestalt: terapia della consapevolezza”, Xenia, Milano.
- Piaget J.,(1936), “La nascita dell’intelligenza nel bambino”, Giunti Barbera, Firenze (1968).
- Watzlawick P. (1967), “ Pragmatica della comunicazione umana”, Astrolabio, Roma (1971).
- Andolfi M., Mascellani A.,( 2010),” Storie di adolescenza. Esperienze di Terapia familiare”, Raffaello Cortina, Milano.
- Bateson G. (1972), “Verso un’ecologia della mente”, Adelphi, Milano (1984).
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