Crescere dei figli sicuri di sé
Se i genitori riescono a far crescere i figli sicuri in sé stessi, sicuramente hanno assolto alla domanda che si pongono che è: “come dare autostima ai figli”.
L’amore percepito dai bambini è quello che ricevono incondizionatamente dalla madre e dal padre, sicuri di essere amati per quello che sono e non per quello che la società comunica attraverso i media.
Iniziamo questo articolo con un video dove spiego brevemente come comportarsi per dare autostima ai figli:
Purtroppo, nel mondo di oggi, spesso le famiglie sono con un solo genitore, oppure entrambi lavorano, e non riescono a fare quella che è la cosa più importante per dare sicurezza a un bambino, cioè assicurare la loro presenza.
Cerchiamo allora, per quel poco tempo che abbiamo, di essere presenti sul serio occupandoci dei nostri figli attivamente e dedicando a loro tutta la nostra attenzione.
Non importa se la casa non è abbastanza in ordine o se alla televisione c’è il telegiornale o la partita, perché loro, i nostri figli, sono più importanti!
Ricordiamoci che una buona autostima porta ad avere fiducia nelle proprie capacità ma anche a riconoscere gli errori e ripararli senza troppe frustrazioni. Anche questo viene insegnato dai genitori, specialmente con l’esempio.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Le relazioni sociali”
Come aumentare l’autostima nei bambini
Per riuscire ad aumentare l’autostima nei bambini, oltre all’amore devono essere date regole certe, che non cambiamo nel tempo per non creare insicurezza, e specialmente la madre e il padre dovrebbero essere sempre in accordo su quello che dicono al bambino.
Soprattutto quest’ultimo punto, cioè essere d’accordo su come educare i figli, è di primaria importanza: non c’è niente di peggio della confusione mentale che creiamo nel bambino quando non sa chi ascoltare, perché lui vuole bene a tutti e due i genitori e vorrebbe accontentarli tutti e due.
Ricordiamoci che questo “tira e molla”, spesso, è fatto più per affermare la nostra superiorità sul coniuge, che per il bambino il quale, non sa a chi ubbidire e quali sono le regole da seguire, e tutto ciò lo fa sentire insicuro. Per dare autostima ai figli bisogna dare loro delle sicurezze!
Regole per piantare il seme dell’autostima nei figli
La prima cosa da evitare, per far crescere l’autostima, in un bambino è quella di comunicargli le nostre ansie.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è l’ansia e come combatterla”
- Lasciategli esternare le emozioni senza mettere in dubbio la loro identità tipo: ”non piangere come una femminuccia” come se la categoria “femminile” fosse inferiore!
- Dimentichiamoci della parola “attento” infarcita da toni preoccupati e pieni di ansia. Deve imparare ad esplorare il mondo con noi “accanto” e non “sopra”.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Insicurezza”
- Ogni età crea problemi di cui non ci accorgiamo come quello della realtà del tempo che passa. Fino ad una certa età il bambino non ha il senso del tempo e non vuole aspettare. Siamo noi che dobbiamo dargli la possibilità di fare qualcosa che lo distrae e gli fa capire che può aspettare con fiducia e senza ansia o paura.
- L’ascolto è imperativo e il tono della voce gli insegna che, se vuole essere ascoltato o capire, deve farlo con un tono basso come dobbiamo fare noi con lui.
- La gratificazione è fondamentale perché deve incoraggiarlo a capire quali sono le cose buone che fa e spiegargli perché e come le fa così bene.
Il bambino non deve pensare che è bravo solo quando fa tutto alla perfezione, ma che è premiato anche per l’impegno che ci mette. - Non prendetelo in giro per le sue paure come quella del buio o perché fa la pipì a letto o vuole ancora il ciuccio o si succhia il dito, mettendolo in ridicolo, facendolo vergognare e abbassando la sua autostima.
Se ci sono problemi che si protraggono nel tempo, meglio sentire uno psicoterapeuta esperto nell’infanzia che, con metodi adatti al bambino, saprà capire le paure e darvi dei consigli adatti per dare autostima ai figli.
Adolescenza e autostima
Il lungo e difficile cammino dell’adolescenza ha, come abbiamo già detto, le radici nell’infanzia, quando il bambino esce dal mondo protetto dei genitori e deve, assolutamente, costruirsi la stima di sé.
In questa fase la scuola, il gruppo degli amici e i social media, hanno molta importanza nella sua formazione e lo sviluppo dell’autostima nell’adolescente.
Riconoscere quando un adolescente ha una bassa autostima, diventa fondamentale per poterlo aiutare a tramutare la sua insicurezza in fiducia nelle sue capacità, attraverso una buona autostima.
Vediamo adolescenti che vivono sempre con rabbia e aggressività, non si assumono le responsabilità per risolvere i loro problemi se non aggredendo l’altro con parole e azioni violente, e hanno spesso uno scarso rendimento scolastico.
Dalla parte femminile troviamo ragazzine in crisi con il loro corpo che le porta a non sapere se possono piacere o no, per cui esagerano nei comportamenti sessuali e affettivi cambiando spesso partner e concedendosi con foto particolari sul piano sessuale che poi, come spesso leggiamo, finiscono su Internet.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Disturbi alimentari e le loro patologie”
Come riconoscere un adolescente con bassa autostima
Tutto questo ci porta a riconoscere questi comportamenti come manifestazioni di bassa autostima dove possiamo anche inserirci gli episodi di bullismo.
Se un adolescente è fragile ed è spaventato, può diventare un aggressore o una vittima dove quello che sembra il più forte e fa il “capobanda” nasconde queste paure e debolezze con l’aggressività e la prepotenza.
Se i ragazzi sono sicuri e hanno una buona autostima non hanno bisogno di sentirsi vittime, né bulli e nemmeno usare droghe o alcol o avere comportamenti sessuali a rischio.
Naturalmente, dobbiamo anche pensare che le trasgressioni e i rischi rientrano nella normale crescita di un adolescente, ma è sempre da valutare fino a che punto arrivano nel fare certe azioni per capire dove finisce la normalità e dove comincia il pericolo.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Autolesionismo, perché sentiamo il bisogno di farci del male?”
Capisco che sia difficile per i genitori questo tipo di valutazione, ma è proprio attraverso la vicinanza con l’adolescente che è possibile capire se va tutto bene e se i genitori sono riusciti a comunicargli fiducia, autostima e, specialmente, la possibilità di parlare e esprimere i loro disagi.
Essere vicini ai figli adolescenti significa vedere come si comportano con gli altri, il tipo di empatia che esprimono verso i coetanei con problemi e come li aiutano e, anche, che atteggiamento hanno verso gli animali perché i comportamenti di crudeltà sono un pessimo segnale.
Se i genitori sono persone che hanno una buona stima di sé, sicuramente possono e devono comunicarla al figlio con il dialogo e l’esempio e, se questo non bastasse per dare autostima ai figli, è sempre meglio prendere la situazione in tempo, non vergognarsi e non sentirsi genitori falliti, ma farsi consigliare da uno psicoterapeuta.
Separazione e figli come comportarsi
Sappiamo che le separazioni delle coppie sono spesso traumatiche per il danno emotivo che comportano e molto stressanti, e infatti compaiono nella scala di Paykel (comprende 61 eventi stressanti), al decimo posto precedute solo da lutti e gravi crisi finanziarie, ed è un trauma che può portare a depressione, ansia e il coinvolgimento dei figli fa diventare l’avvenimento ancora più sconvolgente.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Ansia e Depressione: come riconoscerle e guarire“
Da dove cominciare?
Sicuramente bisogna cercare di capire se tutti e due i partner sono sicuri, convinti e motivati a troncare la relazione, e questo lo vedo spesso quando le coppie vengono da me per la terapia convinte che tutto può essere salvato, mentre spesso la terapia di coppia diventa fondamentale per chiarire tutti gli aspetti sia positivi che negativi così da prendere una decisione, che potrebbe essere anche di separazione, ma con le dovute cautele e regole specialmente se ci sono dei figli.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Crisi di coppia, come affrontarla per risolvere i problemi“
La coppia nasce prima della genitorialità ed è molto sbagliato pensare che bisogna stare insieme per il bene dei figli e negare che è in atto una crisi, perché loro se ne accorgono lo stesso ma con molta confusione e incertezza se non gli si parla apertamente, e notano subito come c’è indifferenza, noia, tristezza e aggressività tra i due genitori.
A questo punto diventa fondamentale comportarsi davanti a loro senza fargli sentire discussioni o rinfacciarsi momenti della loro vita coniugale, cercando di portare i figli dalla propria parte a discapito dell’altro genitore.
La separazione potrebbe riuscire a far avvicinare i figli al genitore che prima era quello meno conosciuto o frequentato e, quindi, favorire il dialogo e lo scambio con l’altro che non deve mai essere svalutato agli occhi del proprio figlio. Credo che la cosa più difficile da ottenere, ma che è la più importante, sia che i figli devono recepire che non hanno nessuna colpa se la relazione è finita e che i genitori ci saranno sempre per loro, tutti e due, garantendogli la sicurezza della loro presenza e del loro amore.
Genitori e figli: autostima
Cosa possiamo dire delle generazioni d’oggi? Sono molto preoccupanti perché mostrano un insieme di aggressività, intolleranza, noia e smarrimento e sono ragazzi che devono “fare i conti” con un mondo di apparenti comforts pieni di tecnologie del benessere e facili da raggiungere ma senza quegli ostacoli formativi per il loro sviluppo psichico.
Le generazioni passate dovevano combattere contro nemici molto scomodi ma concreti verso i quali trovare strategie per uccidere il “drago” e uscire vincitori dal conflitto che, anche se difficile e pericoloso, produceva insegnamenti e fortificava per il futuro.
Siamo sempre pronti, con i nostri figli a tamponare, a risolvere, a non fargli prendere decisioni che forse sono sbagliate, ma almeno sono loro decisioni e che devono imparare, fin da piccoli a gestirsi altrimenti non diventeranno grandi e non sapranno cosa vuol dire emozionarsi o stare male o sentirsi soli.
Insegniamogli che la solitudine fa parte della vita e ci serve per riuscire a capire chi siamo e cosa vogliamo e che gli amici di facebook non li aiuteranno quando avranno una vera necessità ma che l’amicizia bisogna conquistarsela usando empatia e disponibilità.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Social: Amici o Inganno?”
Devono crescere scoprendo le loro passioni e i loro talenti, che non sempre sono quelli che pensavamo noi genitori per loro ma, se c’è la voglia di farlo, impareranno che la strada non è facile ma piena di insidie che verranno superate con fatica, regole e, alla fine, con la soddisfazione della conquista.
Rendiamoci conto che devono e possono, per crescere avere opinioni diverse dalle nostre con visioni della vita difformi, così come saranno differenti le loro necessità e i loro sogni e aspirazioni e che non solo educa la famiglia ma deve impegnarsi in questo obiettivo anche la scuola dove gli insegnanti dovrebbero trasmettere proprio “l’insegnamento” alla passione “per farli crescere”.
Noi genitori di oggi siamo riusciti a coltivare e a incentivare nei nostri ragazzi i talenti e le passioni?
Perché leggiamo tutte queste notizie dove i giovani sono i protagonisti di crimini più o meno gravi?
La famiglia di oggi sembra carente di regole e sempre pronta a uscire dalla funzione educativa che serve a dare sicurezze ai ragazzi che vengono sempre più lasciati soli con un permissivismo che, invece di fortificarli li indebolisce e li abbandona senza identità, senza autonomia e senso di responsabilità.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo sulla “Delusione”
Indubbiamente è la sicurezza delle proprie radici che i giovani devono trovare dietro di loro per potersi muovere in avanti alla ricerca di nuove esperienze con un movimento continuo che li deve portare verso l’età adulta dove la modalità con cui è percepita la famiglia diventa fondamentale perché sono nati con internet, social network e stanno crescendo con smartphone e pc che usano h. 24.
Tutto questo li porta ad avere una soglia dell’attenzione molto bassa e a comunicare con emoticon chattando su WhatsApp, Instagram o Tik tok dove Facebook è già considerato per “vecchi” e possiamo così vedere come la vita virtuale sia parallela a quella reale.
Da questo possiamo capire quanto siano oggi ancora più importanti gli insegnamenti e gli esempi dei genitori e degli insegnanti per affrontare nuove esigenze e per trovare nuove modalità dando esempi di dialogo e di regole stando insieme a loro e facendoli sentire parte della comunità e delle responsabilità della vita e a gestire le relazioni interpersonali.
Dobbiamo imparare ad essere, come genitori, presenti ma non invadenti
L’adolescente sente sempre di più la necessità di riflettere in profondità su se stesso per scoprire quali sono le sue competenze e abilità che lo porteranno ad acquisire una identità nuova e più matura sulla quale costruire l’autostima che dipenderà dalla valutazione che farà relazionandosi con l’interazione di diversi fattori come il carattere, gli aspetti sociali e culturali che varieranno con il passare degli anni.
Quanto valgo? Cosa pensano gli altri di me? Riesco ad essere all’altezza per superare le difficoltà e prendere decisioni? Gli altri dimostrano di volere la mia compagnia e mi cercano?
Queste sono le domande che assillano un adolescente in sfida continua con i suoi coetanei e che, se ha una bassa autostima, non ha la forza di compiere quelle esperienze che lo devono portare a irrobustire il carattere e le sue sicurezze.
Vediamo, infatti che le ragazze si preoccupano molto del loro aspetto fisico, del loro successo sociale e scolastico, mentre per i ragazzi l’autostima si basa sull’immagine del maschile sicuro, coraggioso e senza paure, cioè lo stereotipo del vero “macho”.
E’ un momento in cui desiderano essere indipendenti e “ribelli” e pensano che i genitori vogliano solo controllarli ma è proprio questo il momento in cui un genitore diventa importante sapendo mediare e negoziare come guida non autoritaria ma facendo sentire sempre l’amore anche nelle situazioni più difficili.
L’adolescente deve trovare nella famiglia quell’alleanza che gli possa permettere di esprimere liberamente e coraggiosamente chi è e quali sono le sue idee e i suoi valori perché sa che intorno a lui c’è chi gli fa capire che è importante e amato anche se ha concetti diversi.
Cosa può fare la psicoterapia?
Sono proprio le sofferenze dentro noi che possono portare ad avere una bassa autostima e, specialmente in un adolescente ci possono essere dei vissuti legati all’infanzia che possono essere traumatici come il bullismo o il cyberbullismo ma anche meno pesanti come piccoli traumi dovuti a delusioni che fanno pensare di aver fallito e di non essere persone meritevoli, che la psicoterapia può aiutare a elaborare accompagnando l’adolescente ad una lettura delle esperienze e dandogli dei mezzi per acquistare una giusta dose di fiducia personale senza avere troppa paura di sbagliare.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è la Psicoterapia: Psicoanalisi e altre terapie“
Bibliografia
- Raffaele Morelli, Il talento, edizioni Riza, Milano1998.
- Alice Miller, Il bambino inascoltato, Bollati Boringhieri, Torino 1989.
- Alice Miller, La fiducia tradita, Garzanti, Milano 1991
- Alice Miller, L’infanzia rimossa, Garzanti, Milano 1990
- A.Philipps,“I no che aiutano a crescere”, Feltrinelli, 2001
- N.Carr ,“Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello”, Raffaello Cortina Editore, 2011
- V. Andreoli, “Lettera a un adolescente”, Rizzoli, 2012
- A.Oliverio Ferraris, 2015 Dai figli non si divorzia, Rizzoli
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