Ansia e depressione rappresentano delle categorie psichiatriche che vengono diagnosticate frequentemente essendo disturbi molto comuni e connessi: ma come riconoscere e guarire da queste due condizioni psicopatologiche?
Qual è realmente la differenza tra ansia e depressione? Esiste?
Sappiamo che nel 31% dei casi i sintomi dell’ansia precedono i sintomi della depressione e rappresentano la previsione più sicura per un disturbo depressivo secondario.
Prima di leggere l’articolo vi consiglio di guardare questo mio brevissimo video dove vi parlo della Depressione:
Ansia e depressione: due disturbi che (spesso) vanno a braccetto
Ansia e depressione sono situazioni che rappresentano categorie comuni e frequenti nelle patologie dove spesso sentiamo nominare la “sindrome ansioso depressiva” e sia la “depressione ansiosa”.
Il disturbo ansioso depressivo ha la presenza di sintomi di ansia e di depressione e non è facile da diagnosticare.
Nel mondo soffrono di depressione 350 milioni di persone e 260 milioni soffrono di ansia, con differenze importanti a seconda dei Paesi: in quelli a più alto reddito, ad esempio, la percentuale di chi ne soffre è nettamente maggiore, e colpisce prevalentemente le donne.
La presenza di ansia e depressione insieme è molto frequente a qualsiasi età, e il 60% dei pazienti che hanno la depressione, sviluppano spesso un disturbo ansioso come attacchi di panico, ansia somatizzata o fobie, come ad esempio la paura di morire.
Ansia e depressione pesano ancora di più quando si manifestano contemporaneamente, peggiorando e allungando l’episodio depressivo, aumentando il rischio di suicidio e minando una normale vita sociale e lavorativa.
Gli effetti somatici dovuti a queste due condizioni sono pesanti e procurano alterazioni organiche:
- Nel sistema endocrino, ormonale e immunitario
- Sintomi cardiovascolari e metabolici
- Malattie croniche intestinali e cancro
Ansia e depressione differenze
All’interno delle emozioni l’ansia è una reazione affettiva che arriva quando impattiamo improvvisamente con uno stimolo ambientale improvviso ed è una risposta fisiologica di “attacco o fuga” attuato dal nostro corpo di fronte ad un pericolo.
Ma ansia e depressione sono la stessa cosa?
Non dimentichiamo che entrambe hanno effetti somatici che alterano i principali sistemi regolatori del nostro corpo: ormonale, immunitario o endocrino.
Ansia e depressione diventano condizioni di previsioni sull’insorgere di patologie organiche croniche come: malattie cardiache, polmonari, infiammatorie e cancro.
Alcuni studi genetici hanno evidenziato, inoltre, che entrambe potrebbero essere collegate ad un comune fattore stressante.
Notiamo anche che il DSM-5 a tutt’oggi permette di specificare “con ansia” qualsiasi disturbo depressivo.
Fu negli anni ’70 che Aubrey Lewis, psichiatra inglese, affermò un modello dove ansia e depressione potevano rientrare in un continuum anche se, nelle forme più gravi, potevano essere visti come disturbi separati.
Certamente avere la co-presenza di ansia e depressione è più grave che averne una sola, poiché si avranno:
- Qualità di vita peggiore
- Probabilità maggiore di altri quadri psicopatologici
- Difficoltà ai trattamenti
- Tendenza a cronicizzare
- Età di esordio precoce
È stato osservato da altri studi che il 66% degli adolescenti con diagnosi di sintomi dell’ansia, svilupperà negli anni successivi un disturbo depressivo.
Solo il 6,5% degli adolescenti che hanno avuto prima diagnosi di disturbo depressivo, svilupperà invece un disturbo d’ansia.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è l’ansia e come combatterla”
Ansia e depressione: i sintomi
Sia nell’ansia che nella depressione vi sono sintomi che riguardano la sfera fisica e quella psicologica, sia in condizioni di normalità che di patologia.
Nell’ansia troviamo sintomi tipici come:
- Intensa e persistente preoccupazione
- Evitamento delle situazioni temute
- Rimuginio
- Insonnia
- Difficoltà d’attenzione, di concentrazione e di memoria
- Irritabilità
- Tachicardia
- Disturbi gastrointestinali
Nella depressione i sintomi sono:
- Problemi alimentari
- Insonnia
- Astenia
- Difficoltà di attenzione, concentrazione e memoria
Con questo possiamo osservare come esista una sintomatologia facilmente sovrapponibile delle due patologie che rende difficile avere un quadro chiaro della malattia.
L’ansia e la depressione hanno caratteristiche genetiche complesse e gli studi genetici hanno dimostrato ereditabilità della depressione nel 35% dei casi, e il 30% nell’ansia su studi fatti su gemelli, famiglie e figli adottivi.
Gli studi su sindrome ansioso depressiva e depressione ansiosa sono ancora in divenire e da quello che è emerso, fino ad ora, si pensa che le cause siano di diverso tipo da quelle biologiche a quelle di persone che hanno avuto traumi nell’infanzia o che sono sempre sotto stress.
Per approfondire il tema della depressione, leggi anche “Depressione: sintomi, cause e come uscirne“
Cosa provoca ansia e depressione
Cerchiamo di capire: cos’è l’ansia e cos’è la depressione?
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è l’ansia e come combatterla“
Cos’è l’ansia: possiamo descriverla come una specie di nervosismo, di preoccupazione, di apprensione e turbamento che sicuramente tutti noi abbiamo provato e che non dobbiamo collocarla automaticamente come patologia, come fenomeno strano e anomalo, ma come un accadimento che, in alcune situazioni e entro certe soglie è un fenomeno normale, come una risposta che l’individuo mette in atto in caso di stress o di particolare pericolo.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “ Depressione: sintomi, cause e come uscirne“
Dove si sente l’ansia nel corpo
Il sistema nervoso autonomo regola tutte quelle attività che non sono legate all’elaborazione cosciente come il battito cardiaco o l’apparato gastrointestinale che con una forte ansia o stress, manda al cervello dei segnali di allarme che incidono sui sistemi cognitivi del pensiero con sintomi sia fisici che comportamentali producendo disturbi psicosomatici.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Malattie psicosomatiche e psicosomatica: cosa sono e tipologie“
Ed ecco allora la tachicardia, le nausee, i dolori al petto, crampi allo stomaco, l’intestino irritabile, diarrea o stipsi o forte sudorazione e sensazioni di vertigine, insonnia e la sensazione di mancanza di respiro può portare ad un attacco di panico perché l’aumento della frequenza respiratoria provoca iperventilazione con un aumento dell’agitazione e della paura.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cosa sono e come affrontare gli Attacchi di Panico“
Tutto questo indubbiamente provoca stress e disagi significativi e può innescare pensieri negativi e catastrofici che possono portare disturbi psicosomatici, con sensazioni di forte inquietudine, tensione, irritabilità e difficoltà di concentrazione con problemi del sonno, della respirazione e gastriti.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Gastrite psicosomatica: sintomi, cause e trattamenti“
Il pensiero è sempre spostato in un futuro negativo, preoccupante e pericoloso e mai nel presente e questi sintomi di ansia patologica li troviamo in disturbi come: gli attacchi di panico, certi tipi di fobie, l’ipocondria, il disturbo ossessivo compulsivo (DOC), la paura di essere giudicati e di non essere all’altezza, nei problemi sessuali e alimentari e nella depressione.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Disturbo ossessivo compulsivo (DOC): Cos’è e come combatterlo“
Ansia normale e ansia patologica
Come abbiamo visto l’ansia normale permette di rispondere con l’attacco o con la fuga a seconda delle situazioni che si presentano, e la persona che la subisce sa perfettamente quale è la situazione che l’ha condotta all’ansia e, di conseguenza, può mettere in atto strategie e comportamenti finalizzati a superare la condizione dalla quale è nata la tensione.
Quanti episodi ci fanno trovare in situazioni ansiogene normali?
Dalle più semplici che potrebbero essere che cena preparare agli ospiti questa sera o come andrà l’esame domani o perché mio figlio non è ancora tornato ecc……che non sono contesti particolarmente pericolosi e anche ben individuabili.
Infatti questo tipo d’ansia viene chiamata “adattiva” perché aiuta a adattarsi meglio all’ambiente in cui si vive e un po’ d’ansia aiuta a migliorare e a portare a termine compiti giornalieri che sono stati prefissati e a raggiungere gli obiettivi
Lavoro e ansia
Sicuramente l’ambito lavorativo è un settore dove l’ansia può scatenarsi quando certi pensieri prendono il sopravvento con costanti agitazioni, paure di essere esclusi e di doversi rimettere in gioco quando, specialmente non si è più giovani e diventa un’onta professionale indelebile.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su ““Stress e disturbi da stress: sintomi e cura“
Infatti le fobie e la paura patologica sono le conseguenze che influiscono negativamente nella vita lavorativa delle persone con disturbi fobico-ossessivi dove l’individuo è invalidato nelle sue azioni fino ad arrivare alla paralisi, ed ecco che il fobico perde fiducia in se stesso cercando continue rassicurazioni sulle persone che gli sono vicine.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Stress da lavoro“
Quando ansia diventa depressione
La sindrome ansioso depressiva è inquadrata appunto dalla combinazione di sintomi ansiosi e depressivi che, quando si sovrappongono hanno bisogno di essere attentamente valutati psicologicamente e psichiatricamente nei casi più gravi, per avere una cura ideale.
Le persone che soffrono di questo disturbo sono tristi e apatiche con un’ansia che le rende tese e inquiete e sempre preoccupate con tendenza a piangere spesso, poca energia, pensieri negativi sul futuro, disperazione e scarsa autostima.
Naturalmente tutto questo è accompagnato da disturbi fisici più o meno rilevanti, dai disturbi gastrointestinali alla tachicardia ai dolori muscolari e disturbi del sonno che creano disagi notevoli nella vita sociale e familiare e nelle attività professionali e nelle relazioni con gli altri causando anche, come conseguenza, l’abuso di sostanze.
Riconoscere una sindrome ansioso depressiva è importante e non sempre è facile portare alla luce queste forme miste per individuare il trattamento e lo specialista adeguato, dove il primo passo consiste nel riconoscere di avere un problema e chiedere aiuto.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è la Psicoterapia: Psicoanalisi e altre terapie“
La scelta della terapia dipende dalla gravità della sindrome ansioso depressiva, dalla psicoterapia ai farmaci tenendo in considerazione che ci vuole costanza e pazienza e controlli dove bisogna anche intervenire sullo stile di vita del paziente con attività fisica, alimentazione sana evitando le cattive abitudini come alcol e droghe e tecniche di rilassamento come il Training Autogeno per ridurre lo stress e bisogna ricominciare ad avere rapporti sociali.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Cos’è il Training Autogeno e come funziona“
Ansia patologica
Purtroppo l’ansia normale può diventare o nascere come patologica e invalidare la qualità della vita quando diventa malattia, ed è un problema per la persona perché contrasta le attività giornaliere e influisce sui suoi comportamenti sociali e familiari manifestandosi in maniera pesante ed eccessiva o in momenti inappropriati e dura molto nel tempo e stando alle indicazioni del DSM-5 devo esserci per almeno sei mesi.
Come curare la sindrome ansioso depressiva
Curare la sindrome ansioso depressiva significa usare psicofarmaci antidepressivi appartenenti alla classe degli SNRI, psicoterapia e tecniche di rilassamento come training autogeno, meditazione, yoga.
Dagli studi emersi vi sono diversi modelli che valutano la relazione ansia e depressione per poter proporre le giuste terapie. Infatti alcuni pensano che tutte e due le patologie appartengano allo stesso fenomeno come se una fosse il riflesso dell’altra.
Altri modelli considerano ansia e depressione realtà distinte ma che condividono fattori comuni come lo stress o l’affettività negativa, mentre per altri sono perfettamente distinte e non condividono nulla.
In entrambe sicuramente l’affettività negativa è presente con sentimenti come la tristezza, la rabbia, la colpa e la preoccupazione.
Gli studi genetici sembrerebbero supportare tutte le teorie e convengono sul fatto che la storia familiare è il fattore maggiormente correlato alla presenza di ansia e depressione.
Quindi il trattamento farmacologico con antidepressivi dovrebbe portare a un miglioramento dei sintomi, ma non è sempre così e le terapie ansiolitiche non migliorano i sintomi della depressione e, spesso, li peggiorano.
Ridurre i sintomi del disturbo, però, è molto importante per aiutare il paziente a riprendere le attività che ha lasciato e migliorare la sua qualità di vita, perfezionando sempre più l’indagine clinica in maniera sempre più valida e attendibile.
Ansia e voglia di vivere
Sembra paradossale ma la voglia di vivere spesso è coperta da ansia e paure come se fossero delle difese messe in atto da una creatività interna che spaventa o da limiti che si vorrebbero superare ma non c’è il coraggio di farlo perché arrivano i dubbi e la poca fiducia e autostima in se stessi.
L’ansia in realtà è una pulsione vitale, un’energia che deve essere ben sfruttata per dare la spinta a progetti e obiettivi futuri che esprimono passioni e desideri e bisogna cercare con forza, fiducia e coraggio i motivi per dare un senso al disturbo che ci fa vivere male e con decisione fare i passi necessari per liberarcene.
Indubbiamente gli psicofarmaci possono risolvere il sintomo ma coprono le necessità che quel sintomo esprime e invece cercare di capire cosa c’è dietro, affrontandolo anche con l’aiuto di una psicoterapia perché il cambiamento fa paura, è ignoto ma è la strada da percorrere per togliere la parte più pesante dell’ansia.
Come l’ansia influisce sulle prestazioni
Gli effetti dell’ansia sulle prestazioni possono essere rappresentati da una curva. Quando il livello d’ansia aumenta, l’efficienza prestazionale aumenta proporzionalmente, ma solo fino a un certo punto. Se l’ansia aumenta ulteriormente, le prestazioni si riducono. Prima del picco della curva, l’ansia è considerata adattativa, perché aiuta il soggetto a prepararsi per una crisi e migliora la condizione fisica. Superato il picco della curva, l’ansia è considerata non adattativa, perché causa problemi e compromette la condizione fisica.
Come vediamo nella “curva di Gauss”, all’inizio il livello d’ansia è talmente basso che non permette di portare a compimento delle situazioni che hanno necessità di essere efficienti con prestazioni individuali per ottenere una giusta soddisfazione e la stessa cosa succede alla fine con alti livelli d’ansia.
L’ideale è riuscire ad avere, come notiamo a metà della curva, quello che potrebbe essere un livello d’ansia ideale per ognuno di noi con un giusto equilibrio per prestazioni ottimali senza arrivare ad avere quell’ansia così forte che crea pensieri negativi e di bassa autostima e svalutazione di noi stessi.
Per approfondire questo argomento, leggi il mio articolo su “Come aumentare l’autostima“
La psicoterapia e il training autogeno per curare ansia e depressione
Sicuramente la psicoterapia può, in molti casi, essere uno strumento adatto, sia da sola che per supportare un trattamento farmacologico, perché sembra che questo tipo di pazienti siano ipersensibili agli effetti collaterali dei farmaci.
La psicoterapia può agire con obiettivi terapeutici sia sui sintomi della depressione che sui sintomi dell’ansia e tranquillizzare il paziente dandogli un supporto dal quale potrà trarre quelle sicurezze che gli mancano.
Esistono tante forme di questi disturbi, per cui non è possibile avere un trattamento unico sia per i farmaci che per la psicoterapia ma con una buona “alleanza terapeutica” con il paziente si può arrivare a dare sollievo, energia e nuova voglia di vivere.
Il Training Autogeno aiuterebbe la persona ad imparare un metodo che può applicare autonomamente per rilassare il corpo e liberare la mente dai pensieri negativi e capire meglio, insieme alla psicoterapia, quali dinamiche lo portano allo stress che produce ansia e depressione.
L’apatia significato
Cos’è l’apatia? Quella sensazione di vuoto, di sfiducia, di mancanza di energie e, derivando dalla parola greca apàtheia, cioè mancanza di passione, un vuoto dove le emozioni non si toccano, una tristezza interiore dove l’anima ci avverte che le abitudini quotidiane cominciano a starci strette e senza bisogno di fare grandi cose cerchiamo di restare in questa sensazione di vuoto, dove piano, piano arriverà uno stimolo a darci il via per percorrere una strada diversa e più soddisfacente.
Cosa fare?
Se lo sai fare applica il rilassamento del Training Autogeno e con gli occhi chiusi comincia a respirare immaginandoti piccolo e circondato da una luce e da un leggero calore e restando in questo stato lascia scorrere le sensazioni, abbandonati e pensa alle cose che ti piacciono per riattivare entusiasmo ed energia.
Bibliografia
P. Pancheri, Stress, emozioni, malattia, Milano 1980.
E. Borgna, Malinconia, Milano 1992.
M. Farnè, Lo stress, Bologna 1999.
F. Lolli, La depressione, Torino 2009.
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