Il rapporto padre e figlia e il complesso di Elettra
Iniziamo questo articolo con un mio brevissimo video dove vi parlo del complesso di Elettra:
Il complesso di Elettra in psicologia
Ci preoccupiamo perché la nostra bimba ci aggredisce e sembra che voglia il papà tutto per lei? Ecco come si manifesta il complesso di Elettra.
Il complesso di Elettra è un termine usato in psicoanalisi per descrivere la gelosia e la competizione che inconsciamente una figlia nutre per la madre, dovuta alla proiezione amorosa nei confronti del padre.
Deriva dal mito greco di Elettra, dove la figlia del re di Micene trama assieme al fratello Oreste la vendetta della morte del padre, uccidendo sia la madre che il suo amante.
Questo complesso è una fase dello sviluppo femminile e rappresenta l’equivalente maschile del complesso di Edipo ed è una fase di passaggio naturale per lo sviluppo della maturazione individuale, relazionale e sociale della personalità.
Freud in una nota del nono volume delle sue Opere scrive: “L’introduzione dell’espressione “complesso di Elettra” non mi pare rappresenti alcun progresso o vantaggio e non intendo quindi raccomandarne l’uso”.
Mentre Jung scrive che: “Con gli anni nella bambina si sviluppa la specifica inclinazione per il padre e il corrispondente atteggiamento di gelosia verso la madre”.]
Sappiamo delle diatribe che si crearono tra Freud e Jung, prima suo allievo prediletto e poi suo nemico, specialmente per le teorie sulla sessualità infantile.
Complesso di Elettra e complesso di Edipo
Il concetto del “complesso di Elettra” è stato introdotto da Carl Gustav Jung nel 1913 nel suo scritto “Saggio di esposizione della teoria psicoanalitica” con l’obiettivo di esaminare l’evoluzione psicosessuale dei due generi.
Jung pone il complesso di Elettra durante quella che Freud definì “fase fallica”(3-6anni), dove il maschio attraversa il complesso di castrazione cioè la paura di perdere il pene per la colpa di desiderare la madre.
Per Freud le bambine in questa fase soffrono dell’”invidia del pene” e nutrono aggressività verso la madre non solo come rivale in amore verso il padre, ma anche per non averle fatte nascere con un pene.
Nel processo di crescita delle bambine durante la fase fallica freudiana (3-6 anni) osserviamo l’attrazione nei confronti del padre che diventerà la sua figura di riferimento che poi utilizzerà da donna nelle future relazioni sentimentali.
Proprio per questo è una fase importante perché, se non viene superata positivamente, la donna cercherà nel partner le caratteristiche paterne e resterà insoddisfatta non trovandole perché il confronto con l’idealizzazione paterna sarà sempre irraggiungibile.
Jung dette impulso alle sue teorie perché trovava che il complesso di Edipo non colmasse completamente la realtà di questo disturbo per la parte femminile, essendo la teoria su Edipo dedicata prettamente al mondo maschile ed al legame fisico esistente tra un bambino maschio e la sua mamma durante l’infanzia.
Complesso di Elettra, come funziona?
Jung quindi era certo che il legame emotivo che lega madre e figlia sia notevolmente diverso da quello esistente tra madre e figlio, soprattutto nella prima fase dell’infanzia, diciamo nei primi 3 anni.
Solo a 3 o 4 anni, durante quella che viene chiamato “fase fallica” la figlia si stacca dalla mamma per cominciare ad avere una sorta di innamoramento del papà, preferendolo quindi alla mamma dal punto di vista affettivo.
L’avvicinarsi alla figura paterna genera per forza di cose una rivalità amorosa con la mamma, causandone anche gelosie e comportamenti possessivi verso il papà (“il papà è mio“).
Infatti in taluni casi si può arrivare ad una vera e propria ostilità verso la mamma cercando conforto e rifugio nelle braccia paterne e mettendosi “in mezzo” tra i genitori, come quando chiede di dormire nel letto matrimoniale tra madre e padre.
L’attrazione per la figura paterna diventa poi in futuro una base per il confronto in quelle che saranno le relazioni sentimentali in età adulta, andando a ricercare nel partner una sorta di riflesso degli atteggiamenti del padre.
Il complesso di Elettra è quindi una fase di crescita per arrivare ad una maturazione della donna che verrà, sia dal punto di vista individuale ma anche sociale, per cui superare il complesso di Elettra è fondamentale per le relazioni future.
Di solito la risoluzione del complesso di Elettra avviene in maniera assolutamente naturale e spontanea, ed avviene con una progressiva identificazione della bambina (e poi ragazza) con la madre, cioè il genitore del proprio sesso.
Questo però dipende molto anche da come i genitori costruiscono il loro rapporto con i figli, perché a volte anche un genitore può essere troppo possessivo o geloso del proprio figlio o della propria figlia.
Le fasi del complesso di Elettra
Come dicevamo, il complesso inizia a manifestarsi quando una bambina ha circa 3 anni, iniziando a richiedere più manifestazioni di affetto al papà, sotto forma di coccole e abbracci.
In una fase successiva che troviamo tra i 3 e i 5 anni, la bambina comincerà a capire che la soddisfazione del suo desiderio verso il padre non può essere soddisfatto e crescendo tra i 5 e 6 anni rinuncerà alla competizione con la madre.
Infatti crescendo troverà altre figure maschili esterne alla famiglia che l’attraggono e la madre comincerà ad essere lo “specchio” per i suoi comportamenti futuri rimettendo pace tra lei e la figura materna nella quale potrà identificarsi.
E’ il padre quello che dovrà aiutare la figlia, con la sua autorevolezza e dolcezza, a porre limiti ai desideri della figlia, specialmente facendo vedere il suo affetto per la moglie e valorizzandola ogni volta che potrà.
Sicuramente non ci dovranno essere comportamenti punitivi o violenti, né di rifiuto verso gli atteggiamenti affettuosi della bambina perché potrebbero portare a sensi di colpa e a inibizioni future nella sfera sessuale.
Complesso di Elettra non risolto
L’attrazione non superata per la figura paterna potrebbe dipendere da un padre iperprotettivo che trasmetterà alla figlia che non è abbastanza autonoma.
Una donna che in età infantile non ha superato il complesso di Elettra ha relazioni sentimentali incostanti, perché sentono di non essere amate abbastanza dai loro partner e di non essere protette, capite e accettate incondizionatamente.
Se non ha risolto il suo complesso tende quindi a non essere mai soddisfatta del proprio partner, ha bisogno di protezione, deve sentirsi amata in maniera totale e completa, come appunto è l’amore di un papà per una figlia.
Che sia dovuto o meno al complesso di Elettra, questo tipo di comportamento femminile nella coppia lo vedo spesso nelle psicoterapie sia singole che di coppia quando il rapporto è compromesso da una donna troppo dipendente dal compagno, piena di insicurezze e con poca autostima.
Un complesso di Elettra non superato può anche portare a disturbi della personalità, disturbi sessuali, disordini di identità, tutti disturbi che si possono affrontare con l’aiuto della psicoterapia.
La psicoterapia può essere d’aiuto per capire molte cose che le donne non dicono o non sanno dire e come scriveva Erica Jong in “Paura di Volare”:
“Le donne sono le peggiori nemiche di sé stesse. E i sensi di colpa sono il principale strumento di tortura che si autoinfliggono”.