Coronavirus: Impariamo a gestire l’ansia e la paura nei periodi di forte stress
Oltre al problema del coronavirus ( Covid19 ), in questi giorni serpeggia tra le persone la paura e lo stress che lo rendono ancora più grave e pericoloso perché non c’è una precisa risposta alle nostre domande.
Tutto ciò che sta succedendo a livello psicologico, è dovuto all’ansia, allo stress e alla paura del coronavirus che producono delle conseguenze negative per la salute come:
- Perdita di sonno
- Perdita di appetito
- Nervosismo
- Ipertensione
Qualche giorno fa ho anche fatto una video intervista per il TG regionale sul tema “corona virus e convivenza forzata” ecco qui il servizio completo:
Sappiamo che lo stress, di per sé, non è negativo nella vita di una persona, perché aiuta a segnalare quali avvenimenti possono essere importanti per noi, sia in senso negativo che positivo e, quindi, a difenderci.
Quello che diventa pesante è la durata nel tempo perché più è lungo il periodo stressante, più ci debilita diventando una minaccia e non più una risorsa, così che anche le nostre difese immunitarie ne risentono e si abbassano.
L’emergenza di questo virus porta tutte le persone a essere in una situazione di stress molto pesante e lo vediamo in tutti, sia che siano esperti virologi, medici, assistenti sanitari e pazienti e viene comunicata ansia anche da tutti i media e i vari social.
Naturalmente mai come in questo momento ci arrivano delle percezioni angoscianti di questa situazione che produce insicurezza perché non abbiamo risposte sicure o addirittura contrastanti tra i diversi “esperti”.
Probabilmente è proprio il meccanismo dell’ansia e della paura che ci fa percepire, quello che sentiamo o leggiamo, molto più in contrasto di quello che è in realtà producendo uno stress negativo.
Cos’è l’ansia e cos’è la paura?
L’ansia si attiva come meccanismo difensivo filo-genetico verso un evento che sentiamo minaccioso e importante per la nostra esistenza o per i nostri cari e che ha bisogno di una risposta immediata.
Quando non troviamo una strategia che ci dia delle risposte a questo stato di ansia e, quindi, permane a lungo, ecco che diventa stress prolungato fino a che non troviamo le risposte alle nostre domande ansiogene.
L’ansia è prodotta prima che un avvenimento accada, proprio per prepararci all’azione difensiva verso una situazione che ci minaccia e ha diversi gradi di attivazione .
Vediamo che ci sono persone che esprimono un’ansia molto pesante anche per piccole situazioni o, addirittura, prima che il pericolo sia evidente, e altre che sembrano gestire meglio e con più realtà le situazioni.
La paura, invece, arriva quando il pericolo è presente e può aumentare o diminuire, anche in questo caso, secondo caratteristiche personali e di educazione famigliare.
Riuscire a non farsi travolgere dall’ansia e dalla paura dipende sicuramente da caratteristiche genetiche, famigliari e sociali che abbiamo appreso nella vita ma, anche, da situazioni gravi che ci vengono presentate in maniera da aumentare tutto ciò.
Quando c’è un pericolo come questo del coronavirus, la realtà non è sempre percepita come vera ma siamo invasi dalle notizie che entrano nella nostra vita attraverso media e social e che producono ansie, paure e stress alimentati da fantasie catastrofiche.
I neuroni specchio e le emozioni
Il cervello umano è predisposto al contagio emotivo e l’ha dimostrato la scienza con la scoperta da parte di un gruppo di ricercatori dell’università di Parma, tra cui Giacomo Rizzolatti, di neuroni specchio.
I neuroni specchio sono una classe di neuroni motori che si attiva involontariamente sia quando un individuo esegue un’azione finalizzata, sia quando lo stesso individuo osserva la medesima azione finalizzata compiuta da un altro soggetto qualunque.
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Questa importante scoperta ha evidenziato che i neuroni specchio si attivano non solo quando guardiamo gli altri che fanno una determinata azione, ma anche quando quell’azione è descritta o letta.
Pensiamo, quindi, quanto è importante la scoperta che la natura di questi neuroni specchio sembra possa essere associata alla “rappresentazione mentale delle azioni”.
Una ricerca olandese sui neuroni specchio
Una ricerca olandese sulla rivista “Current Biology” spiega che i neuroni specchio delle emozioni sono nella corteccia cingolata del cervello e si attivano sia quando proviamo dolore, sia quando osserviamo il dolore degli altri.
I ricercatori hanno registrato l’attività cerebrale di alcuni ratti cui venivano fatti vedere altri ratti che subivano delle scosse elettriche molto leggere.
Hanno notato che quando si immobilizzavano dalla paura, attivavano i neuroni della corteccia cingolata che si innescavano quando il dolore veniva provato sulla loro pelle.
Questi ricercatori, poi, provarono con un farmaco a inibire l’attività dei neuroni specchio e, i ratti che assistevano, non percepivano più il dolore e non s’immobilizzavano dalla paura.
Tutto questo, spiega il coordinatore della ricerca, Christian Keysers, succede, sia per i ratti sia per gli umani, nella stessa regione del cervello e l’attività della nostra corteccia cingolata aumenta quando vediamo una persona che soffre.
Allo stesso modo questo dimostra che condividiamo l’empatia con gli animali e, quindi, sentire le emozioni degli altri è molto consolidata nella nostra evoluzione.
Coronavirus Covid19 e gestione delle emozioni
Ci sono persone che sono più portate di altre a captare le emozioni altrui e una esperienza come quella che si vive con il coronavirus può portare a interpretazioni diverse essendo un avvenimento che ci colpisce molto.
Sembra ci siano alcune ricerche che dicono che le persone introverse sono più colpite dalle emozioni positive, quelli estroversi più spinti da quelle negative.
Inoltre ci sono persone “contagiose” che riescono a trasmettere forti emozioni e altre che riescono a creare positività così come, se diventano negative, creano stati d’animo spiacevoli e ansiosi.
Provate a pensare cosa vi succede quando guardate un film che vi fa sentire delle emozioni tali per cui piangete per una scena drammatica, o vi emozionate per un sentimento espresso da due innamorati, o ridete per una scena comica, sono sempre loro: i neuroni specchio.
Pensando a questo possiamo capire i sentimenti difficili e contrastanti che assalgono le persone con la scoperta di questo sconosciuto, potente e invisibile coronavirus.
C’è chi ascolta notizie tutto il giorno facendo salire ansia e paura e chi cerca di negare quello che sta succedendo sempre per cercare di eliminare ansia e paura della morte che il virus potrebbe portare vicino a noi e ai nostri cari.
Bisogna cercare di essere più razionali ascoltando quello che ci viene consigliato e cercando di condurre la propria vita nella maniera più normale possibile.
E’ importante cercare di distogliere il pensiero continuo e ossessivo con strategie che ci possano portare a fare attività che spostano il circolo vizioso e pericoloso dei pensieri negativi.
Vi ho portato l’esempio dei neuroni specchio proprio per farvi capire quanto è importante lo stato d’animo che ci creiamo ascoltando e vedendo gli altri dai quali cerchiamo soluzioni che, per ora, non ci sono.
Dobbiamo fare come i ratti della ricerca: non attivate i vostri neuroni specchio per immedesimarvi sulle notizie negative, ma cercate strade che diano la possibilità di costruirvi un futuro normale come prima.
Bibliografia
- Christian Keysers, The Empatic Brain, 2012
- Giacomo Rizzolatti, Corrado Sinigaglia, Specchi nel cervello, Raffaello Cortina, 2019