Il fenomeno dei matrimoni non consumati
Il termine “matrimonio bianco” ha il significato di “matrimonio non consumato”, che non è un matrimonio senza sesso o un amore senza sesso, ma mette l’accento su una patologia della relazione in cui vi sono sì i rapporti sessuali, ma privi di penetrazione.
Nel diritto canonico il matrimonio bianco è chiamato “ratus et non consumatus” e può portare all’annullamento del matrimonio da parte della Sacra Rota.
Direi di cominciare con questo mio breve video sui matrimoni bianchi:
Matrimoni bianchi e matrimoni senza sesso
Talvolta i matrimoni bianchi vengono confusi con i matrimoni senza sesso; tuttavia, si tratta di due situazioni differenti. Vediamo perché, partendo dalle definizioni.
Cosa sono i matrimoni bianchi
Si definisce matrimonio bianco un matrimonio o una relazione priva di rapporti sessuali completi, o penetrativi. Tuttavia, i momenti di intimità nei matrimoni bianchi sono presenti, così come non mancano i preliminari (o petting).
I matrimoni bianchi sono spesso attribuibili a patologie quali impotenza o vaginismo, che sono patologie maschili o femminili che portano a un sesso senza penetrazione, puntando, quindi, sugli aspetti anatomofisiologici di questa patologia sessuale.
Proprio per questo, Willy Pasini afferma che l’origine della causa, sia maschile o femminile, che porta al matrimonio bianco, non è perfettamente esatta, perché nei tre quarti dei casi, il problema è nella relazione patologica della coppia. La dicitura più esatta per identificarlo, inoltre, sarebbe “matrimonio non consumato”.
Differenza fra matrimoni bianchi e matrimoni senza sesso
C’è chi rinuncia al sesso per scelta, chi per forza, chi per paura, chi per libertà, chi per “overdose” erotica, chi per noia o perché ha problemi fisici o farmacologici che gli inibiscono il desiderio.
Il desiderio sessuale è una pulsione che può essere stimolata o inibita secondo i momenti o le circostanze e chi ha un problema di matrimonio bianco può avere un buon desiderio sessuale ma non accettare la penetrazione.
Un matrimonio senza sesso, invece, è una relazione dove i partner, o uno dei due, non vuole avere nessun tipo di rapporto sessuale o affettivo, tipo carezze o baci, per svariate ragioni che, se non sono dovute a malattie o a farmaci, sono da ricercare nella relazione di coppia non soddisfacente.
Molto spesso ho sentito dire a persone in terapia, specialmente donne, che non erano più portate ad avere desiderio sessuale per il compagno anche se gli volevano bene e volevano restare con lui ma non desideravano più fare l’amore con lui.
Naturalmente questo tipo di situazione, quando è solamente di uno dei due, può risultare molto pericolosa perché l’altro accumulerà rabbia e frustrazione fino a deprimersi o a cercare gratificazione in altre persone.
Cause dei matrimoni senza sesso
Questi sono contesti che possono esserci anche perché tutti e due hanno preso la decisione del “non sesso”, in accordo perché hanno situazioni affettive e sessuali non appaganti: per non restare soli, per i figli, per la situazione sociale o per passività restano fermi in acque apparentemente calme fino a che potrebbe arrivare da uno dei due una “messa in atto” che gli fa prendere la decisione di rompere la relazione.
Il rapporto sessuale non è, apparentemente, fondamentale nella gestione della coppia ma è sicuramente un buon elemento che tiene uniti di più i due partner attraverso il piacere e la complicità del corpo che, come sappiamo dalla psicosomatica, ci avverte con dei sintomi se qualcosa non va.
Spesso vedo, nelle psicoterapie delle coppie, emergere dei sintomi, non espressi, ma che comunicano la sofferenza e la poca voglia di stare insieme o l’aggressività creata da anni di problemi non detti e non risolti che si esprimono attraverso una sessualità negata.
I matrimoni bianchi e i matrimoni senza sesso, pur avendo in comune una sessualità distorta o assente, hanno bisogno di un approccio, nella psicoterapia, diverso che li possa accompagnare alla soluzione di quello che è “il loro problema” personale che ha bisogno di terapie appropriate e con obiettivi ben definiti fin dall’inizio.
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Significato storico e sociale del matrimonio
Nella relazione di coppia, un tempo, il matrimonio era un contratto combinato dalle due famiglie per motivi economici o con finalità procreative.
Il termine deriva infatti dal latino “mater” e dal sostantivo “munus”, dovere o compito e dall’influsso di “patrimonium”.
Da questo ci rendiamo conto che la parola “matrimonio”, almeno nel passato, poneva più l’accento su gli obiettivi procreativi della coppia che si andava formando, e su quelli patrimoniali.
Quindi la forza dell’unione non sta nell’investire nei sentimenti: sono le rispettive famiglie che orientano e dirigono il matrimonio perché non avvenga una scelta sbagliata e perché così si garantiva la durata dell’unione che poggiava su convenienze sociali ed economiche.
In tal modo c’erano matrimoni infelici sotto l’aspetto sentimentale, e su quello sessuale era un “sesso matrimoniale” che serviva a fare figli che, a loro volta, dovevano far proseguire il nome della famiglia.
In quelle epoche del passato, un matrimonio senza amore era la normalità e l’innamoramento era valutato come elemento troppo fragile perché potesse sostenere per sempre l’unione coniugale.
Infatti, anche qui in Italia, nella prima metà del novecento, nei ceti rurali le scelte matrimoniali erano fatte sulla valutazione di quello che i due coniugi potevano apportare al lavoro familiare e, quindi, spesso un matrimonio senza amore.
Dal matrimonio di convenienza all’intimità nella relazione di coppia
Sia in Europa che negli Stati Uniti, dalla metà dell’800, vediamo poi come la coppia comincia a essere basata, oltre che sul lavoro, anche sull’intimità.
La “relazione di coppia” diventa importante e le interferenze parentali vengono allontanate perché, essendo spesso conviventi sotto lo stesso tetto, interferiscono nella relazione.
Inoltre, molti anni più tardi, le donne vengono preparate all’innamoramento da romanzi e riviste femminili, dove il romanticismo si mescola ai consigli di come prendere il marito per la gola e come avere un’intesa sessuale nella camera da letto.
Come conseguenza eccoci negli anni sessanta dove l’attivista statunitense Betty Friedan parla nel suo libro più famoso “La mistica della femminilità”, di un “disagio senza nome” e che fondò nel 1966 il NOW (National Organization for Women).
Questo è il malessere, provato da donne istruite e intelligenti, che erano insoddisfatte del ruolo ideale di madre e casalinga, e che non s’identificavano totalmente nella relazione di coppia che doveva essere più dialogante e meno di fusione.
Cause dei matrimoni bianchi
Tra le cause dei matrimoni bianchi possiamo trovare sia patologie maschili che femminili.
Cause maschili
Come già detto, tra le cause maschili troviamo le varie forme d’impotenza, che rendono di fatto impossibile la penetrazione.
L’impotenza maschile potrebbe essere determinata da mancanza di desiderio o forme di eiaculazione precoce che spesso si associa a scarsa erezione o da un desiderio che c’è, ma dove la cosa che angoscia il maschio è la penetrazione in vagina.
Cause femminili
Tra le cause femminili del matrimonio bianco vi sono invece vaginismo e dispareunia.
Nel vaginismo vi è la contrazione riflessa involontaria del muscolo elevatore dell’ano che si irradia alla vagina fino a produrne la chiusura, rendendo anche qui impossibile la penetrazione.
La dispareunia provoca invece un forte dolore prima o durante il rapporto.
Sappiamo che il vaginismo in sé non è doloroso e non compromette il desiderio, ma quando si sovrappone alla dispareunia, che produce dolore, i tentativi di penetrazione in vagina scatenano dei meccanismi di difesa attraverso la contrazione muscolare.
Diffusione del fenomeno dei matrimoni bianchi
Nel 1953 Alfred Kinsey, facendo un sondaggio famoso sulla sessualità maschile e la sessualità femminile, osservò che il 2% delle coppie, dopo un anno, avevano un matrimonio senza rapporti sessuali completi.
Anche altri studiosi ( Sturgis nel 1957 e Willy Pasini nel 1977), dimostrarono che almeno il 5% dei casi di sterilità erano, in realtà, dovuti ai matrimoni bianchi e questo ci può dare l’idea della vastità del fenomeno, ai giorni nostri, dove le cose non sono molto cambiate.
Perché le donne non vogliono fare l’amore
Abbiamo visto che le cause somatiche non sono più del 10% dei casi nei quali c’è una diagnosi e una terapia organica e, per questo motivo, l’approccio psicologico è stato trascurato.
D’altra parte, le donne che soffrono di vaginismo sono persone che vorrebbero avere il rapporto sessuale, ma vivono la penetrazione in vagina come una violenza e pensano di avere una malformazione.
Così la psicoterapia di coppia, che consta di esercizi di ginnastica perineale e consigli su come affrontare la penetrazione in vagina, dati da svolgere ad entrami i partner, spesso danno buoni risultati.
Infatti Willy Pasini nel suo libro “Introduzione alla sessuologia medica”, descrive tre tipi di donna che, psicologicamente, può avere questo tipo di disturbo:
- “La bella addormentata nel bosco”: è una donna infantile che continua a vivere con il marito un rapporto fraterno e, spesso, dipendono ancora economicamente dai genitori e sono i casi meno gravi. La terapia di coppia deve essere attiva in maniera da scuoterli e farli crescere.
- “La Brunhilde”: con questo tipo di donna il rapporto sessuale viene vissuto come una battaglia dei sessi perché la femminilità è vista come debolezza e passività. La psicoterapia deve mettere questa donna nella possibilità di sentirsi parte attiva della coppia e nella decisione di consumare l’atto sessuale.
- “L’ape regina”: sono donne che vorrebbero un figlio senza, però, la sessualità che è vissuta come sporca e umiliante e serve solo per restare incinta. La psicoterapia, in questo caso, dovrebbe essere prima di tutto sulla soluzione dei problemi della parte femminile.
Quando lui non vuole fare l’amore
Dobbiamo renderci conto che parlare di “quando lui non vuole fare l’amore” e di perché “le donne non vogliono fare l’amore”, non è esatto perché è un problema di psicologia della coppia e non dell’individuo singolo.
Gli esperti che hanno osservato queste coppie, pensano che non si scelgono per caso, e che spesso i compagni di donne che soffrono di vaginismo, sono molto timidi e poco aggressivi contrariamente alle compagne piuttosto mascoline o infantili.
Infatti, si tratta di persone che hanno paura di crescere e la consumazione del matrimonio diventa una specie di rito di passaggio all’età adulta e a tutte le responsabilità di una famiglia e dei figli.
Spesso questi uomini sono eiaculatori precoci, contenti di nascondere le loro difficoltà sessuali, e sono subito pronti a un matrimonio senza un sesso completo, rinunciando alla penetrazione in vagina con la scusa di non voler far sentire dolore alla partner.
A questo proposito c’è una ricerca di Leonard Friedman dalla quale emerge che, dopo la guarigione della moglie dal vaginismo, per un certo periodo questi uomini soffrono d’impotenza come se fossero spaventati dalla penetrazione in vagina.
Matrimonio bianco: cosa fare?
Quando c’è un problema di “matrimonio bianco” nella coppia, la cosa più importante è di non viverlo come una vergogna da nascondere, ma bisogna affrontare subito la realtà e consultare uno psicoterapeuta di coppia esperto in sessuologia.
Proprio per questo lo psicoterapeuta di coppia deve sapere bene cosa fare per affrontare casi che possono essere molto complessi e casi che possono essere meno gravi.
Considerando questo, bisogna sapere di preciso quali sono le aspettative della coppia e quante informazioni hanno sulla fisiologia della sessualità e come sono nella relazione di coppia.
Visto che, molto spesso, non sono consultata subito, la coppia con un matrimonio bianco potrebbe essere un caso meno grave dove alcune informazioni realistiche sulla sessualità avrebbero una funzione terapeutica che li porta ad avere meno vergogna e meno inibizioni.
Da tutto questo si capisce quanta ansia ha la coppia che viene in consultazione e che bisogna, attraverso il colloquio, diminuire l’ansia e fargli capire che c’è la possibilità di arrivare a un risultato positivo se collaborano alla psicoterapia di coppia.
La psicoterapia di coppia, per i matrimoni bianchi, si snoda attraverso fasi che lo psicoterapeuta, formato nella nostra scuola di sessuologia di Mestre (VE) e Milano fondata da Willy Pasini, attua secondo quello che verifica dello stato della coppia (più o meno grave) e dando anche dei compiti a casa.
Matrimoni bianchi, un caso clinico
La coppia che mi consulta è formata dal marito, Franco, che è un artigiano di 32 anni, molto bravo e appassionato per il suo lavoro e la moglie, Carla, casalinga.
Sono sposati da tre anni e lei è ancora vergine. Mi raccontano che sono stati fidanzati per quattro anni e non hanno mai avuto rapporti sessuali completi.
Provengono da famiglie contadine della provincia di Rovigo. Sono stati educati molto rigidamente nella cultura religiosa cattolica e, di conseguenza, non hanno voluto avere rapporti prematrimonali.
Franco dice che, da fidanzati, facevano un po’ di petting con molta paura perché aveva saputo da un amico che la sua ragazza era rimasta incinta senza penetrazione completa.
Carla non ha avuto dalla madre nessuna informazione di educazione sessuale, e la sorella, che aveva avuto il bambino in casa, l’aveva molto spaventata, sia per il racconto del dolore che le aveva riferito la ragazza, sia per le urla che aveva sentito.
In effetti tutti e due non avevano fatto molta fatica a non avere rapporti sessuali, proprio per le paure, da un lato, di Franco e, dall’altro, da quelle di Carla.
Quando si sono sposati non sono mai riusciti ad avere un rapporto completo perché lei si chiudeva alla penetrazione lamentando dolore e lui, oltre al timore di farle male, aveva paura di metterla incinta.
Quando arrivano da me, dopo tanto tempo, sono particolarmente demoralizzati e lui ha cominciato ad avere dei disturbi di eiaculazione precoce.
Abbiamo iniziato la terapia di coppia dando degli esercizi che dovevano fare da soli e alcuni in coppia per recuperare il piacere che avevano perso.
Ho anche consigliato libri sulla sessuologia e sulla fisiologia sessuale perché avevano idee piuttosto confuse.
Matrimonio e sessualità come obiettivo della terapia di coppia
Matrimonio e sessualità sono l’obiettivo della terapia e, così, dopo una decina di sedute, Franco e Carla hanno provato a fare la penetrazione completa con modi e tempi che gli avevo prescritto, e è andata abbastanza bene.
Alla fine della terapia di coppia, il risultato è stato un rapporto sessuale completo e Marco ha imparato a non essere più un eiaculatore precoce e, dopo circa un anno, mi hanno inviato la foto della loro bambina appena nata.
Questo è stato un caso non particolarmente complicato anche per la piena collaborazione dei pazienti che si sono sempre attenuti al programma che davo e, quindi, in piena collaborazione terapeutica.
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Bibliografia
- W. Pasini, Intimità, Mondadori, Milano, 1990.
- H.S. Kaplan, Nuove terapie sessuali, Bompiani, Milano, 1976.
- W.Pasini, G. Abraham, Introduzione alla sessuologia medica, Feltrinelli, Milano, 1975.
- U.Telfener, Letti sfatti, Giunti, Milano, 2018.
- M. Milone, Coniugi, oggi, Edilworld, Salerno, 2003.
- U. Galimberti, Le cose dell’amore, Feltrinelli, Milano 2004.
- G. Schelotto, Uomini altrove, Mondadori, 1992
- A.C. Kinsey, Il comportamento sessuale dell’uomo, Bompiani, Milano, 1950.
- A.C. Kinsey, Il comportamento sessuale della donna, Bompiani, Milano 1955.
- S. Hite, Il rapporto Hite, Bompiani, Milano, 1977.
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